Novità nel processo in corso presso la Corte d’Assise di Macerata, che vede imputato l’infermiere Leopoldo Wick, con l’accusa di omicidio premeditato e tentato omicidio premeditato, in relazione ad otto morti sospette, avvenute nella Rsa di Offida tra il 2017 ed il 2018.

All’uomo sono contestate le aggravanti dell’aver commesso i fatti con mezzi insidiosi, ripetute somministrazioni indebite di insulina e psicofarmaci. E’ composto da 12.000 pagine d’inchiesta e 800 pagine di informativa dei Carabinieri, il nutrito dossier alla base della richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla Procura di Ascoli a carico dell’operatore sanitario.

L’avvocato Matteo Mion ora, sulla scorta delle consulenze richieste, apre all’ipotesi di un risarcimento diretto ai familiari delle vittime da parte dell’ASUR, per omessa vigilanza.

In uno stralcio della perizia medico-legale effettuata dai dottori Piera Amelia Iezzi e Alessandro Cancelli, si afferma che “i trattamenti sanitari esperiti in prossimità del decesso di una paziente, se di trattamenti sanitari si tratta, non furono, di fatto, eseguiti in conformità alle ’leges artis’ (a regola d’arte – ndr)”.

Un fatto questo che riveste notevole importanza dal momento che con la semplice condanna dell’infermiere le famiglie rischierebbero di non essere risarcite.

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