Il 12 novembre 2003 un devastante attacco suicida colpì la base militare italiana di Nassirya, in Iraq, causando la perdita di numerose vite umane e ferendo gravemente molti altri.

Quest’anno ricorre il ventesimo anniversario, un momento di riflessione su una tragedia che ha segnato profondamente la storia dell’Italia e dell’intera comunità internazionale.

L’attentato provocò la morte di 19 militari italiani, 9 civili iracheni e 2 soldati rumeni.

Oltre 100 persone rimasero ferite in modo grave. Le vittime erano in gran parte giovani militari italiani che avevano sacrificato le loro vite nell’ambito delle operazioni di pace in Iraq.

La responsabilità dell’attacco fu attribuita all’organizzazione terroristica Ansar al-Islam, con presunti legami con Al-Qaeda.

Oggi i loro familiari lanciano un appello alle istituzioni affinché si conceda alla memoria dei caduti di Nassiriya la medaglia d’oro al valor militare.

“È stata la più grande strage di militari italiani dal dopoguerra e in questa occasione ci saremmo aspettati una sensibilità diversa per quello che mio padre e gli altri hanno fatto per lo Stato, decidendo di rimanere in Iraq nonostante l’alto rischio a cui erano esposti, scelta che hanno pagato con la vita”, dice Marco Intravaia, figlio del vicebrigadiere Domenico, una delle vittime, il quale lancia – anche a nome dei familiari degli altri caduti – un appello al presidente della Repubblica Mattarella, alla premier Meloni e al ministro della Difesa Crosetto affinché venga assegnata l’onorificenza.

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