Un autovelex a Roma

Inserite fra le pieghe del pacchetto sicurezza, le nuove norme del Codice della strada rischiano di fare una vittima illustre: i comuni. Entrato in vigore l’8 agosto, il decreto dovrebbe diventare legge a settembre, quando il Senato potrebbe licenziare il testo già approvato alla Camera. Le novità sono tante, ma a preoccupare gran parte dei sindaci è la norma taglia-autovelox. Secondo il nuovo codice, ora le amministrazioni comunali devono riversare i proventi delle multe ad Anas e province. Che a loro volta sono obbligate a spenderli per garantire una migliore sicurezza stradale. Fine degli affari d’oro, dunque: i comuni, con i proventi, hanno finora risanato i bilanci invece di reinvestire appunto in sicurezza.

Eclatante il caso di Offida (Ascoli Piceno): installato un autovelox, ha iscritto a bilancio preventivo 183 mila euro. Ma la pacchia rischia di finire per tutti: nel 2007 (ultimo dato disponibile) gli accertamenti hanno raggiunto la cifra record di 1 miliardo 643 milioni di euro. Non è però detta l’ultima parola.

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p align=”justify”>I primi cittadini puntano a modificare il decreto e sono pronti a fare lobby attraverso l’Anci, l’associazione che li raccoglie, e i parlamentari-sindaci, una trentina. Puntano a raggiungere almeno il 50-50, cioè a far restare metà dei proventi ai comuni. E poi perché prendersi gli improperi dei cittadini quando l’incasso finisce ad altri? La minaccia, per ora velata, è quella di rimuovere gli autovelox comunali. La pacchia, a quel punto, sarebbe tutta degli automobilisti indisciplinati o incoscienti. (Fonte: Panorama)

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