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 Il GAd’A in una passata rappresentazione

Il GAd’A, Associazione Culturale Gruppo Amici dell’Arte di Offida porterà in scena al Teatro Serpente Aureo di Offida, sabato 2 Giugno alle ore 21, Miseria e Nobiltà, commedia in tre atti di Eduardo Scarpetta. In scena Franco Travaglini (Gaetano Semmolone), Sara D’Angelo (Gemma), Mauro Moretti (Luigino), Nicola Savini (Giacchino Castiello), Giuseppe Nespeca (Vicienzo), Arturo Moretti (Biase), Giuseppe M. Ciabattoni (Peppeniello), Giuliano Ciotti (marchese Ottavio Favetti), Valentino Concetti (Eugenio), Remo Gabrielli (Pasquale), Piero Petrocchi (Felice), Lilia Fornari (Concetta), Teresa Merlonghi (Luisella), Annalisa Seghetti (Bettina), Marica Cataldi (Pupella), Andrea Masciarelli (cuoco). Assistente alla regia Adele Costantini, assistente di scena Caterina Malavolta. Scene di Tonino Agostini, Fabio Marinucci, Mauro Moretti. Macchinista Giuseppe Aurini, tecnico suono Pasquale Premici, tecnico video Fabio Marinucci, fotografo di scena Giuseppe Laudadio. Replica prevista per domenica 3 e sabato 9 Giugno.

«Miseria e Nobiltà» è la più classica e la più nota delle commedie napoletane. La storia è ambientata nella Napoli di fine ‘800, i protagonisti sono: Felice Sciosciammocca, scrivano, e don Pasquale ‘o salassatore, poveri in canna, che vivono alla giornata e che, per poter mangiare, sono costretti spesso a ricorrere al Banco dei Pegni. La loro triste situazione è anche motivo di lite fra donna Concetta, moglie di Pasquale, Pupella, loro figlia e donna Luisella, compagna di Felice; a causa di una di queste liti Peppeniello, figlio di don Felice, scappa di casa. Un inaspettato colpo di fortuna si presenta loro nei panni di un giovane nobile e ricco, il marchesino Eugenio, che è innamorato di una famosa ballerina, Gemma, e vorrebbe sposarla, ma i nobili parenti del giovane, negano il loro consenso, senza il quale, il padre di Gemma, don Gaetano, rifiuta di concedergli la mano di sua figlia. Così il marchesino propone a Felice e a Pasquale di presentarsi in casa di don Gaetano, fingendo di essere i nobili parenti del giovane, e di dimostrare al padre di Gemma che la sua famiglia è favorevole alle nozze.

Peppeniello si reca proprio a casa di don Gaetano per chiedere un lavoro a Vincenzo il cameriere, il quale, per farlo rimanere lo presenta al padrone come suo figlio. Don Gaetano, che sta preparando la festa per il compleanno della figlia, vedendo Felice, Pasquale, Concetta e Pupella vestiti in abiti eleganti e sicuri di sé crede alla storia raccontata dai quattro, e acconsente al matrimonio. Ottiene anche il privilegio di avere a pranzo i suoi nobili ospiti. Ospite inatteso è anche Luigino, figlio di don Gaetano e innamorato di Pupella. Tutto sembra filare liscio, ma una brutta sorpresa aspetta don Felice: la sua vera moglie donna Bettina è la cameriera personale di Gemma e, scopertolo lo minaccia per farsi dire dove si trova loro figlio. Questi si presenta nel mezzo del battibbecco e stupisce i due dicendo: “Vincenzo m’è padre a me!”.

Si sono da poco spenti gli echi della festa, quando Felice ritrova Bettina e le chiede perdono, pregandola di tornare da lui e Bettina, sebbene non ancora convinta, accetta. La storia a questo punto si complica con l’arrivo di donna Luisella, anche lei travestita da nobile e decisa a partecipare all’inganno. Tutto sembra perduto per il povero Eugenio, ma questi scopre che suo padre il marchese Ottavio Favetti corteggia anche lei Gemma sotto lo pseudonimo di Signor Bebè; messo alle strette, il marchese accetta di dare il suo consenso alle nozze del figlio con Gemma. Alla fine don Gaetano scopre l’imbroglio, anzi gli imbrogli orditi alle sue spalle, ma non gli rimane altro che benedire le unioni di Eugenio e Gemma, di Pupella e Luigino e di Felice e Bettina. (ap)

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