Lavoro, cura e persona. Questi gli obiettivi della Fondazione Lavoroperlapersona che venerdì 25 marzo ha inaugurato presso Palazzo Luminari a Rosora (AN), la sua terza sede dopo Roma e Offida alla presenza del sindaco Fausto Sassi.

La Fondazione Lavoroperlapersona nasce per valorizzare il lavoro, espressione della persona, attraverso seminari e workshop, incontri e percorsi culturali, formativi e di ricerca anche grazie alla collaborazione con soggetti pubblici e privati, scuole e università, imprese, cooperative, associazioni e manager, per contribuire a creare una società aperta, solidale e giusta, interculturale e accogliente.

Perché Rosora? Perché è un paese a cui sono tanto legato, Rosora mi scalda il cuore, è un paese bellissimo: il paese che mi ha dato i natali», ha detto Gabriele Gabrielli, presidente della Fondazione e cittadino onorario di Rosora.

«Qui ho conosciuto tante persone, questo paese mi ha dato la cultura, quella che mi permette oggi di poter fare il mio lavoro. Per me questa sede significa restituire qualcosa al mio paese e ai miei concittadini: è un’idea che avevo da tempo e che ora ho reso possibile grazie all’Amministrazione comunale».

Gabriele Gabrielli è executive coach, formatore e consulente, insegna Organizzazione e gestione delle risorse umane all’Universita Luiss Guido Carli, ma anche giornalista pubblicista per e-magazine e riviste di leadership e autore di numerosi lavori scientifici e divulgativi, il suo ultimo libro Il lavoro con i robot. Alleati o rivali?.

«Spesso pensiamo al lavoro come una merce, l’abbiamo ridotto a una fatica alla quale siamo costretti. Il lavoro è anche fatica, il lavoro è però qualcosa di più di estremamente importante: è un pezzo di noi, una componente identitaria. È espressione della persona perché il lavoro dice anche chi siamo».

Da qui una riflessione sullo smart working e sul concetto di distanza, sostenuto da Silvia Pierosara, ricercatrice presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Macerata, tramite le esperienze di alcuni lavoratori, raccolte dalla Fondazione stessa e racchiuse in un cortometraggio.

Tutte storie, quelle analizzate da Silvia Pierosara, che hanno in comune i concetti di cura e persona: la cura delle persone attraverso il lavoro e anche la cura del lavoro attraverso le persone.

La ricercatrice ha chiuso l’inaugurazione con un quesito: «Cosa significa nel nostro territorio distanza? Cosa ha significato in questo tempo di pandemia essere vicini? E soprattutto, quali sono i lavori che si prendono veramente cura delle persone e dei luoghi?»

«Ci piacerebbe che questa nuova sede sia una casa condivisa tra tutti i cittadini, dove poter esprimere la propria “parola per la persona” e raccogliere in un diario tutte le iniziative che porteremo avanti», ha spiegato Asmae Dachan, giornalista freelance, scrittrice e fotografa, accanto a Chiara Pallotta, anche lei nel team della Fondazione.

Un programma, quello delineato per l’anno 2022, che pone al centro dell’attenzione il lavoro tra le generazioni e come accorciare le distanze tra esse.

(Fonte: Nicoletta Paciarotti per QDM notizie)

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