paura.jpgNel Rapporto Annuale 2007 del CENSIS sulla situazione sociale dell’Italia, campanelli d’allarme su sicurezza e criminalità. Tredici milioni di italiani (22% della popolazione) vivono in comuni con forte presenza di criminalità organizzata. Questo uno stralcio del rapporto, consultabile on line su www.censis.it (ap)

    Il nuovo ruolo degli enti locali nelle politiche della sicurezza urbana. I Patti per la sicurezza siglati nelle maggiori città metropolitane e la formulazione da parte del Disegno di legge “Disposizioni in materia di sicurezza urbana ”riconoscono la necessità di dar voce e potere agli enti locali quali diretti protagonisti della sicurezza urbana,  ma presentano una serie di criticità in quanto le risorse economiche destinate dagli enti locali a finanziare le politiche di contrasto della criminalità non saranno più disponibili per le azioni dirette alla coesione sociale e alla prevenzione, inoltre c’è il rischio di confusione sia con riferimento alle competenze dei vari livelli istituzionali, che relativamente alle attribuzioni della Polizia municipale se non sostenute da adeguate forme di riqualificazione e da una moderna normativa.

  • Le organizzazioni criminali sempre più dentro alle imprese. Un imprenditore meridionale su tre dichiara che il racket nella propria zona di attività è molto o abbastanza diffuso (33,1%); alta anche la percezione della presenza di usura (il 39,2% degli imprenditori ritiene che nella zona dove esercita la propria attività il reato sia molto o abbastanza diffuso). Assumono importanza fenomeni di distorsione della concorrenza per cui il 48,9% vede un aumento della nascita improvvisa di imprese concorrenti; il 15,1% percepisce una crescita dell’imposizione nell’utilizzo di manodopera ;il 13,2% crede che sia in crescita l’imposizione di forniture; il 45,3% degli imprenditori giudica poco o niente affatto trasparenti gli appalti pubblici.

  • Il bullismo nelle scuole cresce davvero? Gli atti di bullismo più frequenti di cui sono stati testimoni diretti gli studenti del Lazio sono gli scherzi pesanti (26,8%), le offese e le minacce (25,0%) e le prese in giro moleste (25,4%), mentre il 19,1% ha assistito a piccoli furti e il 15,2% ad aggressioni fisiche. Rispetto all’acutizzarsi del fenomeno, il Ministero dell’Istruzione ha deciso di costituire un’apposita Commissione che ha dato vita, tra l’altro, agli Osservatori regionali sul bullismo presso gli Uffici Scolastici Regionali, ad un numero verde di ascolto, consulenza e prevenzione e ad un sito internet. Inoltre la Commissione ha segnalato la necessità di disporre di dati statistici condivisi a livello nazionale e territoriale, che consentano di effettuare una mappatura del fenomeno e delle sue emergenze.

  • Il rischio di un’eccessiva frammentazione delle competenze sull’immigrazione. Se si considera il numero di amministrazioni da cui dipendono le principali decisioni in merito all’immigrazione e che sono incaricate di svolgere i compiti essenziali per la gestione della materia ma, soprattutto, se si guarda agli ambiti di possibile sovrapposizione potrebbe legittimamente sorgere il dubbio se un fenomeno così complesso possa essere gestito con la dovuta efficienza e tempestività da una tale pluralità di soggetti.

  • Le prime crepe nell’integrazione sociale degli stranieri. Negli ultimi cinque anni a fronte di una crescita media degli stranieri residenti in Italia dell’89,7%, i rumeni sono aumentati del 260,1%, passando dai 95.039 del 2002 ai 342.200 del 2006 e diventando la terza comunità in Italia. La stima Caritas dei soggiornanti fa salire il numero dei rumeni a 555.997, facendone la prima nazionalità straniera presente in Italia. Di pari passo vi è stato un aumento dei rumeni sulla scena del crimine. Nel periodo 2004-2006 i cittadini romeni compaiono al primo posto tra gli stranieri denunciati per i furti con destrezza (37% degli stranieri denunciati, e 24,8% del complesso dei denunciati), i furti di autovetture (29,8% degli stranieri e 11,2% del totale dei denunciati), le rapine in esercizi commerciali (26,9% e 8,7%) e le rapine in abitazione; e per alcuni reati violenti, come gli omicidi volontari consumati (15,4% degli stranieri denunciati e 5,3% del totale) e le violenze sessuali (16,2%) All’aumento dei cittadini rumeni denunciati corrisponde una crescita dei detenuti rumeni che nel mese di giugno erano 2.267, vale a dire il 5,2% del totale dei detenuti (che a quella data erano 43.957) e il 14,5% dei detenuti stranieri (che erano 15.658).

  • Conoscere più a fondo il fenomeno della tratta. Le vittime di tratta che tra il 2000 ed il 2006 hanno potuto beneficiare dei progetti di assistenza ex art. 18 sono 11.226, di cui 619 minori. In realtà non è possibile verificare se questo numero corrisponda a singole persone, ovvero se vi siano state duplicazioni. Tra il 2000 e il 2006 i permessi di soggiorno concessi risultano essere 5.653. Analoghe difficoltà si riscontrano se si intende descrivere l’universo dei cosiddetti sfruttatori. Il maggior numero di denunciati riguarda il reato di sfruttamento della prostituzione: 2.874 nel 2006; 129 sono stati i denunciati per il reato di tratta di persone; crescono negli ultimi tre anni del 21,2% i denunciati per riduzione o mantenimento in schiavitù o servitù (dai 340 del 2004 ai 412 del 2006); aumentano del 17,2% i denunciati per sfruttamento della prostituzione minorile, che sono 340 nel 2006; diminuiscono, rispettivamente del 28,1% e del 9,2%, i denunciati per i reati di acquisto ed alienazione di schiavi e di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. (Fonte: Censis)

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