di Mario Narcisi (*)

Il giorno 28 luglio 2014 il Tribunale di Ancona ha reintegrato al suo posto di lavoro il non più ex Direttore del Dipartimento Salute e Servizi Sociali della Regione Marche , dott. Carmine Ruta.

E’ stato infatti dichiarato “illegittimo” il recesso anticipato dal contratto a tempo determinato che la Giunta Regionale marchigiana gli stipulò il 14 gennaio 2011 e la Regione Marche, ora, è stata condannata a risarcirgli il danno subito dal giorno del recesso  fino alla fine della IX legislatura.

Si ricorda con quanta enfasi il Presidente Spacca annunciò il 23 marzo 2011 la nascita della nuova organizzazione del Dipartimento Salute e Servizi Sociali con la fusione alla Agenzia regionale sanitaria (ARS), tutte strutture riunite sotto la direzione del dott. Ruta,  in quanto doveva servire per “…una maggiore valorizzazione della programmazione , rafforzamento delle funzioni di indirizzo della Regione , semplificazione e razionalizzazione dell’attività amministrativa e  una più efficace  gestione delle risorse disponibili…” e l’Assessore Mezzolani dichiarava che la “..Giunta regionale aveva fatto un altro passo per riqualificare il sistema sanitario e rispondere alle esigenze dei territori.”

Ebbene, il dott. Ruta  si dimostrò  subito un valentissimo tecnico  e con lui la Regione raggiunse il tanto vantato pareggio di bilancio e , per perseguire l’equilibrio dell’offerta sanitaria  nel territorio, propose l’allineamento dei costi alle strutture più efficienti nazionali e la ridefinizione  strutturale dell’attuale Rete dei Presidi Ospedalieri riducendone la frammentazione, adeguando il n. posti letto alla media nazionale e riconvertendo le piccole strutture . Con questo Progetto di Riordino della sanità regionale il Dott. Ruta raggiunse un Accordo di Programma con il Ministero della Salute ( Ministro Fazio) che prevedeva in 3 stralci il finanziamento in totale di 388 milioni di euro ca. che dovevano servire per la messa a norma di tutti gli Ospedali di rete (112 milioni), per la costruzione dei nuovi Ospedali INRCA-Osimo, “Salesi”, Fermo (211 milioni) e Ospedale Unico del Piceno (65 milioni). Successivamente, nell’opera di riordino del Sistema sanitario regionale (SSR) e  in adeguamento alle disposizioni contenute nel D.L. n. 95 del 6-7-2012, convertito in Legge n.135 il 7-8-2012,  il dott. Ruta fissò i criteri da adottare per gli standard qualitativi, strutturali,tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera individuando 3 aree specifiche di intensità di cure (  alta, media e bassa complessità)  ridisegnando la Rete ospedaliera della Regione Marche in modo che ogni Area Vasta potesse avere la stessa offerta di cure complete con Ospedali ridistribuiti in reti omogenee territoriali.

Questo significava che tutti gli Ospedali di Rete dovevano essere dotati dei Reparti minimi di Base per potere dare, tutti, la stessa risposta alle acuzie. Visto che il finanziamento del 3° stralcio dell’Accordo di programma, che interessava l’Ospedale dell’AV 5, del Piceno, venne sospeso per la “spending review nazionale”,  in ASUR ci si cominciò ad orientare verso “ l’Ospedale Unico su due sedi” in netto contrasto con le disposizioni regionali e nazionali che Ruta  invece stava perseguendo. Mentre la Regione con l’ASUR  perseguiva la politica dei tagli lineari nella sanità pubblica innescando il rischio di  conflitti di interesse con la sanità privata, il Dipartimento della Salute con il dott. Ruta propendeva per il mantenimento equilibrato della offerta sanitaria pubblica in tutto il territorio puntando sulla qualità e sulla sicurezza delle prestazioni sanitarie, da perseguire nel pubblico.

Di fronte a queste impostazioni e ad altre problematiche derivanti dalla applicazione del Riordino della sanità regionale,  i contrasti in Regione si acuirono con l’ASUR del dott. Ciccarelli, scaturendone una aspra polemica  fino alla rottura dei rapporti tra l’Assessore alla sanità Mezzolani, il Presidente Spacca e lo stesso Dott. Ruta.

Il Dott. Ruta è stato fatto fuori sfruttando una clausola del contratto che lo legava alla possibilità di modifiche delle competenze e dell’ assetto organizzativo delle Strutture assegnategli.

Infatti con una mozione presentata dall’Assessore Mezzolani  nella Legge Regionale di bilancio annuale 2013,  n. 45 del 27 dicembre 2012 ( Legge finanziaria 2013), veniva modificata  la disciplina della Agenzia regionale sanitaria (ARS) attribuendo ad essa funzioni di supporto alla programmazione sanitaria. Con questa mossa si separavano, nel Dipartimento Salute, le funzioni di programmazione da quelle di gestione.

Il dott. Ruta , non  volendo accettare questa proposta-pretesto, lasciò il Dipartimento Salute della Regione Marche il 17-1-2014. Al suo posto, nel frattempo, è stato nominato il dott. Piero Ciccarelli e ora, in Regione, in ragione della sentenza di reintegro del dott.Ruta, si è aperto un  nuovo scenario con due Direttori del Dipartimento salute o Servizio Sanitario,che dir si voglia, con due stipendi da più di 150.000 euro l’anno che escono dalle casse della Regione ovvero dalle tasche dei Cittadini.

Il risultato di tutta questa situazione si rispecchia ora chiaramente nel declino della nostra sanità pubblica con due Ospedali “monchi ” meno sicuri e più costosi (trasporti, mobilità passiva, convenzioni…) e Primari “a cavaliere” che,  impoveriti della loro effettiva forza professionale di lavoro,  si troveranno a gestire Reparti operativi della stessa disciplina ma impostati con metodiche diverse e dotati di apparecchiature che non riscuotono la loro fiducia.

Sarà una baraonda con disagi per i pazienti sballottati  di qua e di là e cittadini-utenti che scapperanno altrove, in altre Strutture sanitarie, dove troveranno la certezza della continuità della cure.  Il fenomeno , nella AV 5, è già eclatante.

Non si poteva evitare tutto questo invece di fare proclami, sulla stampa, come : “Per i due Ospedali il dato è tratto” e dovere subito rimangiarsi una decisione, presa troppo superficialmente, come quella della soppressione  del Primariato di Ortopedia a SBT  e doverlo ripristinare in tutta fretta  per evidente necessità, come più volte avevamo suggerito?

Lo stesso passo indietro, ce lo auguriamo, possa accadere anche per il Reparto di Cardiologia-Utic di SBT , per i motivi che più volte abbiamo elencato.

In questi ultimi giorni abbiamo assistito, sulle cronache locali, a battibecchi ed accuse vicendevoli di responsabilità tra i nostri rappresentanti politici regionali e provinciali sulle scadenti condizioni assistenziali in cui versa la sanità nel Piceno dovuta allo smantellamento della rete ospedaliera.

Ora tutti convengono (Spacca, Canzian ecc…) che la soluzione ottimale sia la realizzazione di uno Ospedale unico nell’A.V.n.5

E’ la soluzione più logica , sempre da noi sostenuta, ma vista l’aria che tira nel Paese e sentiti i proclami di questa Dirigenza politica regionale, la stessa  che allontanò il dott. Ruta fautore dell’Ospedale unico, essa appare più una proposta propagandistica pre-elettorale. Essa non è credibile perché fatta da chi l’aveva sempre avversata. Aspettiamo i fatti !!!!

Comunque sia, in attesa che ciò si realizzi, attualmente, l’unica cosa sensata per garantire a tutti una sanità corretta è che i due Ospedali, di Ascoli e di SBT, finchè non sarà costruito un “Ospedale unico su una unica sede”, debbano mantenere entrambi i Reparti di Base e accorpare solo le superspecialità che necessitano di un bacino di utenza più ampio.

E’ stata avanzata una proposta per recuperare i fondi sospesi destinati all’Ospedale del Piceno.

Perché non adoperare i fondi destinati al “Salesi”, che ha trovato la sua logica sistemazione nell’ Ospedale Regionale di Torrette, e dirottarli al Sud delle Marche sprovvisto di un Presidio ospedaliero importante che offra ai nostri cittadini le stesse opportunità e dia le stesse prerogative del Centro e del Nord delle Marche?  L’Area Vasta n.5 non può continuare ad essere l’Area delle sperimentazioni organizzative sanitarie ( sulla pelle del Personale sanitario e dei Cittadini ).

(*) Dott. Mario Narcisi – Ex Direttore del DEA dell’Ospedale di S.B.T. e rappresentante territoriale dell’AAROI-EMAC.

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