Un seminario su ”Prevenzione del rischio sismico nei centri storici – Il caso di studio di Offida” promosso dalla Regione in collaborazione con il Dipartimento per le politiche integrate di sicurezza e per la protezione civile, si e’ svolto stamane al teatro Serpente Aureo di Affida, per valutare gli esiti della sperimentazione effettuata sul centro storico di Offida nell’ambito del Progetto comunitario SISMA 2000-2006. Su tale progetto la Regione Marche (dopo 10 anni dal terremoto che ha colpito anche l’Umbria, viene considerata come regione esperta su norme, criteri e metodiche d’intervento) ha collaborato insieme ad altri partner italiani, greci, della Repubblica Slovacca e della Slovenia sul tema della condivisione di esperienze e confronto in termini di attuazione di misure per la prevenzione dal rischio di calamita’ naturali. I materiali sono stati raccolti in una pubblicazione curata dalla P.F. Beni Culturali e Programmi di Recupero del Servizio Cultura, turismo e Commercio. Attraverso il confronto con altre esperienze regionali, e’ stato possibile elaborare delle prime ”Linee guida’ finalizzate ad individuare metodi e tecniche di prevenzione del rischio sismico all’interno della pianificazione urbanistica degli insediamenti storici. ”E’ intenzione della Regione – ha scritto nella presentazione del seminario il presidente Gian Mario Spacca – affrontare con impegno il tema della ”prevenzione e mitigazione del rischio sismico’ forti della significativa esperienza e qualificazione acquisite nelle articolate attivita’ espletate dopo il terremoto del settembre 1997: innovazioni procedurali che vedono una straordinaria collaborazione con le strutture territoriali del Ministero per i beni e attivita’ culturali; innovazioni di metodologie tecniche per la riduzione della vulnerabilita’ dei centri storici e per il restauro con miglioramento strutturale del patrimonio monumentale; sinergia con il sistema delle autonomie locali nella predisposizione di ogni atto e nella gestione degli interventi; vicinanza alle comunita’ locali ed alle loro problematiche; professionalita’ di personale regionale dedicato”. (Fonte: Asca)
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