Un coro di no quello che nelle ultime ore arriva dalle dichiarazioni dei politici di governo e non solo, contro la sentenza pronunciata ieri dalla Corte europea per i diritti dell’uomo, secondo cui “la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche costituisce una violazione della libertà di religione degli alunni”.
«Per noi è una sentenza assolutamente inaccettabile. Che l’Italia sia un paese in cui il cristianesimo è la sua stessa storia, lo sappiamo da sempre» afferma il premier Berlusconi. Il Governo Italiano ha già annunciato ricorso contro la sentenza e se n’è fatta portavoce proprio il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini; fanno quadrato i ministri Sacconi: ”un duro colpo alla coabitazione europea” e Frattini: “attacco mortale all’Europa dei valori e dei diritti”. Più duro il ministro Zaia: “Non posso che schierarmi con tutti coloro, credenti e non, religiosi e non, cristiani e non, che si sentono offesi da una sentenza astratta e fintamente democratica. Chi offende i sentimenti dei popoli europei nati dal cristianesimo è senza dubbio la Corte di Strasburgo. Si vergognino”. Parole di condanna da Pierferdinando Casini, leader UDC: “la scelta della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo è la prima conseguenza della pavidità dei governanti europei, che si sono rifiutati di menzionare le radici cristiane nella Costituzione Europea. Comunque, nessun crocifisso nelle aule scolastiche ha mai violato la nostra libertà religiosa, né la crescita e la libera professione delle fedi religiose”.
Il Presidente della Provincia di Venezia affila le armi: “Ci denunci chi vuole, questa vergognosa sentenza non troverà mai applicazione nelle nostre aule”. Singolare la protesta del sovrintendente del teatro Vincenzo Bellini di Catania, Antonio Fiumefreddo, che ha fatto affiggere un enorme crocifisso sulla facciata principale del teatro.
Dalla Santa Sede il segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, apprezzando il tempestivo ricorso del Governo Italiano contro la sentenza della Corte Europea, dichiara: “Questa Europa del terzo millennio ci lascia solo le zucche delle feste recentemente ripetute e ci toglie i simboli più cari”. La partita resta comunque aperta e molti sindaci stanno pensando di ricorrere ad apposite ordinanze per il mantenimento del crocifisso nelle scuole e negli edifici istituzionali, come quello di Loreto, Moreno Pieroni, che ne ha già emanata una “volta al rispetto della fede di cui Loreto è l’emblema”.
Meno morbida la decisione del sindaco di Ostra Vetere (AN), Massimo Bello che, con apposita ordinanza, sanzionerà con 500 euro chi toglierà il crocifisso dalle aule scolastiche, mentre Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno auspica: “che il crocifisso rimanga negli uffici pubblici e nelle scuole, a insegnamento per le giovani generazioni dei veri valori che sono alla base della vita sociale di ogni uomo e di ogni donna. Se dovesse rendersi necessario acquistare altri crocifissi per le aule scolastiche o edifici pubblici, li acquisteremo".
Apprezzata anche la decisione del sindaco di Offida, Valerio Lucciarini, il quale, nel suo studio presso il palazzo municipale, ha affisso un crocifisso dono dalle suore benedettine del Monastero di S.Marco.
(Alberto Premici)