Lo scorso 16 giugno, presso l’enoteca Regionale delle Marche di Offida (AP) si è tenuta la degustazione verticale “Pecorino Colle Vecchio, la storia nel bicchiere”, realizzata dalla Tenuta Cocci Grifoni in collaborazione con l’Associazione Sommelier AIS Marche. La serata è stata condotta da Paola Cocci Grifoni dell’omonima Azienda vitivinicola, dall’enologo Roberto Potentini, e dal sommelier Claudio Giacomini vice presidente AIS Marche. Oggetto della degustazione sono state le annate 2008, 2007, 2006, 2005, 2004, 2003, 2002, 1997, 1994, 1993 e da ultimo, non testato in precedenza a causa dell’esiguità delle bottiglie a disposizione, il 1991 per un totale di 11 annate in un arco di tempo di quasi 20 anni. La degustazione, a cui ha preso parte tra gli altri anche Manuela Cornelii docente di analisi sensoriale all’ALMA di Colorno, ha suscitato enorme interesse per i risultati sorprendenti scaturiti negli assaggi. Nelle varie annate, i bicchieri che si sono alternati hanno ogni volta confermato le caratteristiche fondamentali del vino da vitigno Pecorino, con lievi differenze per il 2003 che, come si ricorda, è stata un’annata caldissima. In particolare sono state evidenziate le qualità peculiari come salinità, sapidità, freschezza e mineralità del vino, denominatori comuni che si rintracciano in tutte le annate. Le annate 2004 e 2006 hanno evidenziato in più note di miele, nocciola, cannella, artemisia e fieno, mentre sentore di miele quasi cotto era presente nelle annate 1993 e 1994. Il Colle Vecchio del 1991 si è rivelato un’autentica punta di diamante, con caratteristiche assolutamente straordinarie per un vino bianco, dopo ben 19 anni: al naso si presenta ancora con eleganza e finezza, aprendosi con note di frutta bianca matura. Il colore, anche dopo tutti questi anni, è giallo dorato cristallino, senza sedimenti. In bocca rivela ancora un perfetto equilibrio tra alcool e acidità, etereo ma ancora ricco di frutto, quando invece la maggior parte dei bianchi italiani e internazionali dopo soli pochi anni già sprofondano nel decrepito. Il segreto per ottenere un vino così longevo è in parte un dono di natura del vitigno Pecorino, aiutato dalle particolari condizioni microclimatiche della zona di produzione ma anche e soprattutto è merito di un ottimo lavoro in vigna, nel rispetto dell’uva, di un processo di produzione in cantina che utilizza lieviti selezionati eco-tipici e di un affinamento in bottiglia che impiega tempi utilizzati normalmente per un vino rosso. “Siamo stati estremamente soddisfatti di questo progetto realizzato con l’Associazione Sommelier AIS Marche, con cui speriamo di poter continuare a collaborare in maniera proficua” ha commentato Marilena Cocci Grifoni “Anche per i risultati che questa verticale ci ha permesso di consolidare: il vino da vitigno Pecorino è nostro patrimonio perché per primi abbiamo creduto nella riscoperta di questo grande autoctono marchigiano e per primi abbiamo dato il via alla vinificazione in purezza. Questa degustazione è la riprova da un lato di questo primato, dall’altro del profondo know-how che abbiamo maturato nel settore in 40 anni di attività. Ci auguriamo che questo successo possa essere un passo in più verso una migliore conoscenza e consapevolezza del patrimonio enologico del territorio da parte del grande pubblico”. (red)

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