(ap) – Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge di bilancio, presentato stamattina in conferenza stampa. Tra le misure principali la riconferma per l’intero 2024 del taglio al cuneo contributivo, pari al 6% per i redditi fino a 35mila euro e al 7% per chi guadagna fino a 25mila. Ciò comporterebbe un aumento medio in busta paga di 100 euro al mese per una platea di 14 milioni di cittadini.

IRPEF: la legge prevede l’accorpamento delle prime due aliquote. Viene eliminato il secondo scaglione e si paga il 23% fino a 28.000 euro, il 35% tra 28.000 e 50.000 e il 43% oltre i 50.000.

Ampliata a 8.500 euro la soglia di no tax area prevista per i redditi di lavoro dipendente, parificata a quella già vigente per i pensionati.

La quota detassata dei bonus concessi ai lavoratori passerà nel 2024 a 2.000 euro per i lavoratori con figli e a 1.000 per gli altri. Ridotto il canone RAI a 70 euro.

Ape sociale e pensione donna sono accorpate in un unico fondo agevolato, che permetterà l’accesso alla pensione a 63 anni con 36 anni di contributi per alcune categorie svantaggiate e con 35 anni di contributi per le donne. Quest’ultime, con due figli a carico, non pagheranno i contributi previdenziali fino a quando il figlio minore non avrà compiuto 10 anni di età Per le donne che hanno più di due figli, il limite si estende al compimento dei 18 anni.

Per le imprese viene introdotto una “super deduzione” al 120% per chi assume a tempo indeterminato, che può arrivare fino al 130% per i posti di lavoro assegnati a donne, percettori di reddito di cittadinanza, persone con invalidità e under 30 e l’abbattimento del 50% delle imposte per le imprese che riportano la produzione in Italia.

Cinque miliardi sono previsti per i rinnovi dei contratti della pubblica amministrazione, a cui si aggiungono circa 2,5 miliardi destinati al personale medico sanitario.

Per i residenti stranieri cittadini di Paesi non aderenti all’Unione europea, si prevede la possibilità di iscrizione negli elenchi degli aventi diritto alle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale, versando un contributo di 2.000 euro annui. L’importo del contributo è ridotto per gli stranieri titolari di permesso di soggiorno per motivi di studio.

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