Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 844 tamponi: 317 nel percorso nuove diagnosi (di cui 49 nello screening con percorso Antigenico) e 527 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari al 20,8%).I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 66 (25 in provincia di Macerata, 26 in provincia di Ancona, 10 in provincia di Pesaro-Urbino, 2 in provincia di Ascoli Piceno e 3 fuori regione).

Questi casi comprendono soggetti sintomatici (24 casi rilevati), contatti in setting domestico (14 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (18 casi rilevati), contatti in setting lavorativo (5 casi rilevati).

Per altri 5 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche. Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 49 test e sono stati riscontrati 13 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari al 27%.

Offida: ad oggi il report regionale segnala 20 casi positivi e 29 cittadini in quarantena. Numeri non certo preoccupanti ma in aumento rispetto alla settimana scorsa.

Il presidente delle Marche, Francesco Acquaroli, in un messaggio social, torna sulla situazione covid in regione: “Da oggi la nostra regione torna in zona arancione, possono riaprire tante attività commerciali, e da domani i nostri ragazzi potranno finalmente tornare a scuola.

Un piccolo passo avanti dopo un lungo periodo di pesanti restrizioni. Anche in questa fase raccomando a tutti la massima attenzione, perché il virus continua a girare e l’occupazione delle terapie intensive è ancora alta. Quando a novembre è partita la seconda ondata, le terapia intensive erano vuote. Quando poi a febbraio è arrivata la terza ondata, con la variante inglese, in terapia intensiva avevamo ricoverate in media 70 persone.

Ma con i numeri di oggi, con circa 140 persone in terapia intensiva, dobbiamo assolutamente scongiurare una nuova ondata. Per questo faccio appello al senso di responsabilità e al lavoro di squadra. Oggi chiederemo un incontro a tutti i sindaci, tramite le conferenze di Area Vasta, e alle Prefetture, per rafforzare la strategia comune di contrasto al virus.

L’obiettivo è fare il possibile per evitare di dover assumere ulteriori misure diffuse a livello provinciale o regionale. E siccome a differenza del mese di febbraio, quando non avevamo parametri di riferimento per analizzare la variante inglese, adesso possiamo comprendere il suo impatto più chiaramente, monitoreremo l’andamento della curva pandemica e, qualora necessario, interverremo anche comune per comune cercando di bloccare sul nascere eventuali focolai, per salvaguardare il più possibile sia la salute e la sicurezza dei cittadini che le attività economiche.

Abbiamo un mese difficile davanti e dobbiamo tutti esserne consapevoli. Il nostro obiettivo è di arrivare bene ai mesi di maggio e giugno, considerando dall’altra parte anche l’incremento della campagna vaccinale nelle prossime settimane e sperando in future minori restrizioni dal livello centrale. Noi faremo la nostra parte ma occorre la collaborazione di tutti”.

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