E’ un Piano Casa, quello pubblicato sul BUR Marche il 15/10/2009 (L.R. 8/10/2009 n. 22 “Interventi della Regione Marche per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l’occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile”), che è stato analizzato in tutti gli aspetti dalla Confartigianato Imprese UAPI. Il piano si articola su tre possibilità di intervento: ampliamenti (sono previsti nell’ordine massimo del 20%), demolizioni e ricostruzioni (aumento di volumetria concesso nella misura massima del 35%). A sottolineare luci ed ombre del provvedimento è Francesco Silvi, presidente della categoria Edilizia di Confartigianato UAPI. “Si tratta di un Piano – riferisce Silvi – che tra gli elementi di forza annovera la riduzione minima del 20% del contributo di costruzione dovuto stabilito dalla legge 10/77, cosiddetta legge Bucalossi. Tale riduzione è stata inserita nella legge regionale grazie alle istanze della Confartigianato. Nella legge si punta molto ad incentivare l’edilizia eco-sostenibile e questo rappresenta senza dubbio un altro punto a favore. “La nostra associazione – ricorda Francesco Silvi – da anni organizza incontri specifici sulle energie alternative e bioedilizia al fine di sensibilizzare le imprese delle costruzioni ai nuovi temi in ordine ambientale per formare una coscienza nuova del costruire nel rispetto dell’ambiente e delle persone”. Tra i punti di debolezza del Piano Casa Regionale in particolare due elementi rischieranno di minare l’efficacia complessiva del provvedimento.

Il primo riguarda il permesso di ampliare le abitazioni anche nelle zone agricole: ma questo sarà permesso esclusivamente se il Comune interessato avrà provveduto al censimento degli immobili rurali ai sensi della legge 13/90. In mancanza di tale censimento, la legge sarà inefficace.

Il secondo elemento di criticità riguarda i distacchi. La legge da la possibilità di ampliare gli immobili, ma di fatto non è contemplata nessuna deroga alle distanze dai confini previste dagli strumenti urbanistici e regolamenti comunali. In tal modo, sarà molto difficile per tutti usufruire delle possibilità del Piano Casa. Le eventuali sopraelevazioni saranno possibili solo se verificate sotto l’aspetto strutturale. Questi i tempi per l’attuazione concreta del Piano: esso dovrà essere recepito dai comuni entro 45 giorni di tempo dal giorno successivo alla sua pubblicazione (15/10/2009) mentre i proprietari avranno 18 mesi di tempo per presentare i progetti. Nel sito www.uapi.org tutte le informazioni e il testo completo della legge.

“In generale – conclude Francesco Silvi – il Piano Casa, se opportunamente integrato/modificato, potrà concorrere a rilanciare un settore trainante qual è quello dell’edilizia, liberando e mettendo in circolo nuove risorse economiche che produrranno ricadute positive in moltissimi settori dell’indotto”. (red)

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