Con il suo sorriso sornione e vagamente beffardo ha attraversato tanti anni di storia del nostro paese, il boom economico e gli anni di piombo, il rampantismo e poi Tangentopoli, cogliendo sempre con grande lucidità i cambiamenti sociali e trasformandoli in caricature ironiche e irriverenti.

Apprezzato anche all’estero, in Italia Alberto Sordi è praticamente un’istituzione, ‘l’Albertone nazionale’ come lo chiamano in molti, ed è stato addirittura Sindaco di Roma per un giorno, quello festeggiatissimo del suo ottantesimo compleanno.
Proprio nel cuore della città eterna, a Trastevere, Alberto Sordi nasce il 15 giugno 1920, figlio di Pietro, concertista al Teatro dell’Opera di Roma, e di Maria, maestra elementare.

Si esibisce davanti al pubblico fin da bambino, girando la penisola con la compagnia del Teatrino delle marionette. Poi canta come soprano nel coro della Cappella Sistina e a 16 anni incide un disco di fiabe per bambini.
Dopo aver abbandonato l’Istituto d’Avviamento Commerciale ‘Giulio Romano’ di Trastevere (si diplomerà in seguito studiando da privatista), si trasferisce a Milano per frequentare l’Accademia dei Filodrammatici. Ma a causa del suo spiccato accento romano, Sordi viene espulso dalla scuola e soltanto nel 1999 riceverà dall’Accademia un diploma honoris causa in recitazione, quasi una sorta di risarcimento.

E’ il 1936, Sordi tenta senza successo la strada del teatro leggero, poi torna a Roma, dove partecipa come comparsa al film Scipione l’Africano. L’anno successivo vince un concorso della Metro Goldwin Mayer come doppiatore di Oliver Hardy e debutta nell’avanspettacolo proprio in qualità di imitatore di Stanlio e Ollio, con il nome d’arte di Albert Odisor.

Lungo gli anni Quaranta, Alberto Sordi è impegnato soprattutto in teatro e nel doppiaggio, prestando la sua voce anche a Robert Mitchum e Anthony Quinn, nonché a Marcello Mastroianni per il film Domenica d’agosto. Il cinema gli concede solo piccoli ruoli, mentre alla radio ottiene un successo straordinario con ‘Rosso e nero’ e ‘Oplà’, presentati da Corrado, e poi con il programma ‘Vi parla Alberto Sordi’.

Nel 1950 ottiene finalmente un ruolo da protagonista nel film di Roberto Savarese Mamma mia, che impressione!, l’anno successivo Fellini gli regala la grande occasione con la parte dello sceicco romanesco ne Lo sceicco bianco.
Nel 1953 Sordi conquista definitivamente il pubblico e la critica con I vitelloni, sempre diretto da Fellini, e con Un giorno in pretura di Steno, il film che vede nascere il personaggio di Nando Moriconi, ‘l’americano’, protagonista poi del celebre Un americano a Roma (1954).

Intanto, la sua fama diventa internazionale e nel 1955 il presidente degli Stati Uniti Truman gli concede le chiavi di Kansas City e la carica di Governatore onorario della città, per la propaganda favorevole all’America promossa proprio dal personaggio di Moriconi.

La carriera cinematografica di Alberto Sordi, da questo momento in poi, è una lista interminabile di titoli, con film presto diventati di culto e pellicole che hanno segnato la storia del costume del nostro paese. Negli anni Cinquanta interpreta, solo per fare pochi esempi, L’arte di arrangiarsi (1955) di Luigi Zampa, Un eroe dei nostri tempi (1955) di Mario Monicelli, Lo scapolo d’oro (1956) di Antonio Pietrangeli, con cui riceve il suo primo Nastro d’Argento come miglior interprete protagonista, Ladro lui, ladra lei (1958) ancora diretto da Luigi Zampa e soprattutto La grande guerra (1959) di Mario Monicelli e Il vigile (1960), sempre di Luigi Zampa, dove, nei panni dello spiantato Otello, crea uno dei suoi personaggi più divertenti.

Dopo aver ricevuto nel 1958 la prestigiosa carica di comandante della Repubblica Italiana, nel 1965 Alberto Sordi esordisce dietro la macchina da presa con Fumo di Londra, poi, nel 1968, ottiene un successo straordinario con Il medico della mutua di Luigi Zampa e anche con Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?, diretto da Ettore Scola.

E poi ancora Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata (1971), Lo scopone scientifico (1972), Polvere di stelle (1973), Un borghese piccolo piccolo, con un Sordi mattatore che conferma di saper utilizzare abilmente anche il registro drammatico e di poter mescolare con sapienza il comico al grottesco, e poi Il marchese del Grillo (1980).

In coppia con Monica Vitti, sua partner perfetta, nel celebre Io so che tu sai che io so (1982) e poi insieme a Carlo Verdone in In viaggio con papà (1982) e Troppo forte (1986), Alberto Sordi riceve negli anni Ottanta molti riconoscimenti internazionali, che culminano al Carnegie Hall Cinema di New York dove, nel novembre del 1985, si svolge la rassegna ‘Alberto Sordi – Maestro of Italian Comedy’. Ma la lista dei premi prestigiosi è ancora lunga: tre Nastri d’Argento, sette David di Donatello, due Grolle d’Oro, un Golden Globe, un Orso d’Oro a Berlino e un Leone d’Oro a Venezia per celebrare la sua carriera.
Nonostante i successi e i riflettori costantemente puntanti addosso, Alberto Sordi ha sempre tenuto blindata la sua vita privata e non ha mai reso ufficiale alcun legame sentimentale. L’unico grande amore è sempre stato per il cinema e per il suo lavoro. E il pubblico lo ha ripagato con l’applauso più sincero.

Alberto Sordi è morto il 25 febbraio 2003, nella sua villa di piazza Numa Pompilio, a Roma. Aveva 82 anni, e da tempo lottava contro una grave malattia. (Fonte: http://trovacinema.repubblica.it/attori-registi/alberto-sordi/186644/)

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