di Alberto Premici – Ennesima un’aggressione ai danni di un medico. E’ accaduto il 30 ottobre. Vittima una geriatra che è stata aggredita fisicamente e verbalmente dalla figlia di una paziente.

L’episodio fa parte di una lunga e crescente serie di atti violenti, nei confronti del personale sanitario italiano, che si protrae ormai da molto tempo.

Ogni anno sono circa 1.600 le aggressioni a medici e infermieri, almeno quelle denunciate. L’Oms stima dall’8 al 38% gli operatori sanitari che hanno subito violenza fisica e verbale.

Recentemente ha fatto cronaca l’aggressione fisica, subita dal famoso immunologo Francesco Le Foche, da un suo paziente, che lo ha costretto a subire diversi interventi chirurgici al policlinico Umberto I, per ricomporre le gravi fratture riportate al naso e all’orbita dell’occhio.

Il dottor Massimo Vacchetta, medico veterinario, ha documentato una battuta di caccia al cinghiale tenutasi vicino a un centro abitato, zona dove l’attività è vietata. Per questo motivo è stato aggredito e minacciato dai cacciatori: “Se filmi ancora ti spacco la testa”.

A Frosinone un medico è stato aggredito con un estintore; episodi analoghi a Campobasso, Paola, Lignano Sabbiadoro.

Ad Agrate un dottore del polo Sociosanitario è stato aggredito da un paziente di origine marocchina perché non ha voluto concedere altri giorni di malattia, ed essere di conseguenza esentato temporaneamente dal lavoro.

Le aggressioni al personale medico e paramedico in ogni parte d’Italia allarmano tutto il comparto, facendo registrare si un forte decremento di personale disponibile alla gestione dei pronto soccorso.

“C’è un clima di odio assurdo e ingiustificato nei confronti dei sanitari. Ora pene certe, esemplari e severissime. Chi tocca un medico deve andare in galera”, dichiara senza mezzi termini il famoso infettivologo Matteo Bassetti.

“Un medico di medicina generale è finito al pronto soccorso di Santa Maria Nuova, dopo essere stato aggredito da un paziente. Quanto potremo andare avanti così? Non bastano vittime innocenti come la psichiatra pisana Barbara Capovani a far capire che la sicurezza dei medici è quasi ogni giorno in pericolo?”, afferma Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze.

Molti ospedali vengano attualmente presidiati dagli uomini e dalle donne delle Forze dell’ordine per garantire la sicurezza dei medici, degli infermieri e di tutti gli operatori sanitari.

Tuttavia episodi di violenza possono sfuggire al personale di sicurezza, soprattutto se avvengono all’interno di stanze o uffici medici.

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