OFFIDA – “Pietro Maggi: uno svizzero ad Offida”. E’ questo il titolo della terza camminata culturale che si svolgerà martedì 3 agosto alle 18 con partenza da Piazza del Popolo.

Si tratta di una iniziativa organizzata nell’ambito delle attività del progetto “Destinazione benessere Offida sport 2021”, promosso dall’assessorato allo sport del Comune di Offida, coordinato dall’Unione Sportiva Acli Marche e cofinanziato dalla Regione Marche.

Dopo il successo di partecipanti delle prime due iniziative, dedicata agli ordini religiosi ed alla toponomastica di Offida, si passa dunque al terzo appuntamento.

La partecipazione al tour culturale, predisposto dalla guida turistica abilitata Valentina Carradori, è gratuita, ma la prenotazione è obbligatoria con un messaggio al numero 3939365509.

E’ previsto un tetto massimo di 50 partecipanti. Saranno applicati il protocollo e le linee guida U.S. Acli nazionale di contenimento Covid19. Si consigliano abbigliamento e calzature comode e di portare una bottiglietta d’acqua. In caso di pioggia la manifestazione sarà spostata ad altra data.

Il 24 agosto è in programma l’ultima iniziata che abbina sport e cultura ad Offida. Alle ore 21 si svolgerà infatti un tour dedicato alle chiese scomparse.

Per ulteriori informazioni si possono consultare il sito www.usaclimarche.com o la pagina facebook dell’Unione Sportiva Acli Marche.


PIETRO MAGGI – Nato a Bruzella (un piccolo paese nella val di Muggio nei pressi di Mendrisio), ancora ragazzo seguì il padre Carlo Maggi (o Magi) quando questi si stabilì nelle Marche, a Montedinove. Studiò poi architettura per sei anni a Roma, inviatovi dal padre che già esercitava quest’arte, ma rientrò presto nel paese marchigiano, accasandovisi e dedicandosi con costanza e successo alla professione a partire dagli ultimi due decenni del Settecento.

Del giovane architetto Maggi si conosce una perizia, con relativa pianta, redatta nel 1784 e connessa all’azione erosiva del Fosso dei Pioppi ad Appignano del Tronto: il progetto prevedeva un sistema di contenimento a sette muraglioni, ma soprattutto affrontava il problema alla base suggerendo di impiantare su entrambi i lati del fosso olmi, pioppi, salici ed altri alberi con radici profonde al fine di trattenere il terreno argilloso e frenare il fenomeno dei calanchi.

È invece un omonimo, discendente da un ramo familiare di quei Maggi di Bruzella e di Cabbio presenti nell’Urbe come operatori edili già dal secondo Cinquecento, quel “Pietro Maggi romano” che partecipò con ottimi risultati a diverse edizioni del Concorso Balestra dell’Accademia di San Luca, a Roma: nel 1786 vinse il secondo premio con il progetto di Una fabbrica per uso dell´Accademia del disegno e nel 1792 vinse il primo premio, a pari merito con Paolo Anzani, con il disegno di Un palazzo sulla riva del mare per delizia di un personaggio.

Fu tuttavia nella Bassa Marca, in particolare nella provincia di Ascoli Piceno ma un po’ in tutta la zona meridionale della regione marchigiana e nel confinante Abruzzo, che svolse essenzialmente il proprio lavoro ottenendo fama e considerazione per la sua abilità e competenza e distinguendosi per una prolifica produzione architettonica che lo vide progettare e realizzare innumerevoli edifici in uno stile sempre più decisamente neoclassico. Fra questi, si possono ricordare:

la chiesa di Santa Felicita di Colli del Tronto (1796),
la chiesa collegiata di Offida e, nella medesima località, l’ospedale (1796), il Teatro Serpente Aureo e il palazzo Vitali,
la chiesa con annesso monastero delle monache marcucciane (Suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione) ad Ascoli (1781-1795),
la chiesa di San Lorenzo di Montedinove,
la chiesa di San Savino a Gualdo di Fermo,
la chiesa e il monastero delle Clarisse a Petritoli (oggi palazzo comunale),
la chiesa di Monte Vidon Combatte,
la risistemazione della “piazzetta” con il Teatro dell’Arancio e la chiesa di San Giovanni a Grottammare,
la chiesa di San Francesco a Montegiorgio,
il seminario di Montalto,
il palazzo Cancelli ad Acquaviva Picena,
la chiesa madre di San Niccolò di Bari a Monteprandone,
la chiesa dei santi Cipriano e Giustino a Colonnella (1795-1816; dopo la sua morte, l’edificio fu portato a termine dal figlio Giacinto).

Oltre a queste opere interamente sue, fu l’iniziatore dei lavori per la costruzione della chiesa collegiata di Amandola e quella di San Francesco a Castignano, nonché del Teatro Luigi Mercantini di Ripatransone.

Lasciò inoltre disegni relativi a vari progetti, fra cui la collegiata di Sant’Elpidio, il duomo di Ascoli, due chiese a Montegiorgio e alcune strutture di contorno al duomo di Montalto.

Morì di tifo petecchiale a Colonnella nel 1816, dove stava edificando la chiesa di San Cipriano e Giustino.

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