Pino Scaccia, storico inviato del Tg1, sarà domani (giovedì 29 marzo) alla Scuola di giornalismo di Urbino per un seminario sul lavoro dell’inviato televisivo. Scaccia parlerà ai praticanti dell’Ifg della sua esperienza professionale come cronista dei grandi eventi. Sarà un viaggio nella cronaca degli ultimi vent’anni: da Chernobil all’Afghanistan, dallo tsunami nello Sri Lanka alla rivolta in Libia.

In serata Pino Scaccia sarà ospite a San Marcello, al Ristorante “Le stagioni”, dove risponderà alle domande e alle curiosità degli ospiti sui fatti di cronaca nazionale e internazionale. Scaccia ha seguito, fra l’altro, la guerra in Iraq dove è stato l’ultimo compagno di viaggio di Enzo Baldoni, il giornalista free lance sequestrato e ucciso nell’agosto del 2004.

Pino Scaccia apre un ciclo di serate dedicate agli scrittori che si svolgeranno nel Ristorante “Le stagioni”. Il prossimo ospite (il 14 aprile) sarà un altro importante giornalista, Giacomo Galeazzi, vaticanista de “La Stampa” che presenterà i suoi due ultimi libri, “Wojtila segreto” e “La Chiesa che non tace”.

A San Marcello Pino Scaccia presenterà in anteprima i suoi due ultimi lavori: "Lettere dal Don" e "Shabab – la rivolta in Libia vista da vicino".

“Lettere dal Don” tocca un argomento molto sentito anche nelle Marche, cioè il recupero delle salme dei soldati dispersi in Russia. Scaccia ha compiuto un viaggio nella valle del Don, dove il cambiamento sociale è stato enorme e dove la ricerca dei dispersi in guerra continua con immutata emozione. Questo viaggio segue una ricerca, quasi proibitiva, compiuta negli archivi . In Russia, dopo l’ubriacatura del post comunismo è tornata in maniera forte l’abitudine sovietica di soffocare la libertà d’informazione. Scaccia ha raccolto storie dirette, ha parlato con i testimoni che sono ancora vivi, i loro racconti saranno presto gli ultimi.

L’altro libro si intitola "Shabab – la rivolta in Libia vista da vicino". Shabaab in arabo significa gioventù. Gli shabab, dunque, sono i giovani, che sono stati i protagonisti della rivolta in Libia, il nocciolo duro che ha innescato l’insurrezione. Per Gheddafi erano estremisti di al Qaeda “in preda ad allucinogeni sciolti nel Nescafé”. Per il Presidente americano Barack Obama sono invece ragazzi “alla ricerca di un modo di vita migliore”. Tutti rigorosamente volontari, fra i giovani guerrieri c’è di tutto: dai teppisti di strada agli studenti universitari, dai disoccupati agli operai. Ma anche mercanti ed ex soldati, tutti con i calci dei fucili (così come le facce) dipinti di rosso verde nero, la bandiera pre rais. Il loro modo di combattere spesso è più rumoroso che concreto: vanno al fronte cantando e sparando in aria, su e giù per il deserto sugli improvvisati gun-wagons, i pick up su cui sono montate alla buona le mitragliatrici. Certamente non sono soli. Ci sono religiosi e probabilmente qualche jihadista come istruttore. Ma, oltre all’irresistibile entusiasmo giovanile, la loro molla è la rabbia che cresce a ogni lutto.

Non sappiamo ancora come finirà definitivamente questa rivolta. Ma cerchiamo di capire almeno come, e perché, è cominciata.

Pino Scaccia è un volto noto della Tv (è stato anche caporedattore dei servizi speciali del Tg1), ma è molto conosciuto anche nelle Marche dove ha cominciato la sua esperienza professionale, prima a “Corriere Adriatico” e poi alla Rai. Pino Scaccia, a San Marcello, sarà presentato da Gianni Rossetti, direttore della Scuola di giornalismo di Urbino.

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