di Alberto Premici – La buona notizia di oggi riguarda l’ RT nazionale. Sarebbe sceso a 0,98, sotto la soglia d’allarme di 1. La scorsa settimana il valore si attestava intorno a 1,08 e l’incidenza a 232 casi ogni 100mila abitanti, contro i 240 della scorsa settimana. Lombardia, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Puglia, Campania e Calabria hanno ancora dati da zona rossa, cioè sopra la soglia critica di 250 nuovi positivi settimanali ogni 100mila abitanti o con Rt oltre 1,25.

Nella provincia di Ascoli Piceno l’incidenza è di 178 nuovi casi ogni 100.000 abitanti. Le Marche e il Veneto hanno dati al di sotto della soglia di allarme e torneranno in zona arancione già da martedì 6 aprile.

Per tornare in zone a più basso rischio e con meno restrizioni, ricordiamo che la normativa prevede non solo l’obbligo di rimanere nella fascia di maggior rischio (rosso) per almeno due settimane ma la «permanenza per quattordici giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive»

Su questi dati si basano le considerazioni dei tecnici dell’Istituto Superiore di Sanità, che di volta in volta stabiliscono i vari colori di regioni e province autonome in ambito nazionale e le relative restrizioni da allentare. “L’incidenza comunque resta elevata – dichiarano dall’ISS – e ancora lontana dai livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e del tracciamento dei loro contatti”.

I macronumeri però dicono che la pandemia di coronavirus sarebbe in leggera regressione, anche se, come detto, l’allarme è tutt’altro che cessato.

Le imminenti festività sono un motivo di preoccupazione in più, soprattutto per quanto riguarda un eventuale congestione dei posti nelle terapie intensive dei nosocomi italiani, già in situazione critica.

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