Un nuovo Piceno, “più bello e più superbo che pria”, parafrasando il grande Petrolini. E’ questo che bolle in pentola da mesi ad ovest e sud della nostra provincia, dopo che il nord fermano ha deciso per l’autonomia. Amatrice e dintorni soffrono da tempo un distacco geografico ed amministrativo con Rieti e Roma, e rischiano di perdere l’Ospedale “Grifoni”. Ora guarda al Piceno come soluzione per una necessaria e logica annessione, promuovendo un referendum ad hoc che ha trovato ampio consenso negli amatriciani e nel loro primo cittadino, Sergio Pirozzi. Nel mese di giugno si sono già svolti contatti ed incontri istituzionali: “Ascoli deve essere pronta ad accogliere le richieste della popolazione di Amatrice” ha dichiarato Guido Castelli, sindaco del capoluogo piceno. Il desiderio reciproco di unire i due territori è stato sancito, tra l’altro, da un protocollo d’intesa volto a valorizzare il turismo, enogastronomia e culturale, supportato da un progetto in itinere finalizzato al miglioramento dei collegamenti tra le due realtà territoriali. Un punto importante del protocollo poi, impegna le due comunità ad «elaborare strategie utili a favorire la sempre maggiore integrazione dei rispettivi territori sul piano sociale ed economico». Ascoli guarda ad ovest da tempo ed il gemellaggio con la splendida Norcia ne è prova evidente. Cosa fatta? Vedremo nei prossimi mesi. Sul fronte sud, Val Vibrata e Valle Castellana sono determinatissime a lasciare l’Abruzzo per entrare nelle Marche, e le ragioni sono pressoché le medesime. L’aggregazione è la finalità unica dell’associazione “Vibrata Picena”, costituita a Nereto il 9 giugno scorso. Entusiasta del progetto il presidente della provincia di Ascoli Piceno, Piero Celani: “Magari! Per noi sarebbe la possibilità di avere una provincia di grande qualità e non solo di quantità”. Già la quantità, perché qui i numeri pesano (80.000 futuri marchigiani non sono cosa da poco). I promotori affermano, già dal lontano 1987, che non si tratta di un’azione “contro Teramo, ma per la Val Vibrata” e aggiungono: “non si può parlare di scissione in quanto mai c’è stata unione tra Teramo e la nostra valle, che non si sentirà orfana di Teramo, perché mai Teramo l’ha accettata come sua parte integrante”. Se tutto sarà concretizzato potrebbero essere molti ed importanti i risvolti derivanti dal ricongiungimento geografico ed economico delle due sponde del Tronto con l’allargamento ad ovest del territorio piceno includendo Amatrice ed Accumoli. Insomma un matrimonio che s’ha da fare e, a quanto pare, senza nessun Don Rodrigo di mezzo. Per concludere una piccola considerazione: sarà forse il troppo spesso dimenticato Piceno a riequilibrare il territorio marchigiano, dopo la perdita di sette comuni della Valmarecchia a vantaggio dell’Emilia Romagna? Vedremo, nel qual caso Ancona ne dovrà tenere conto. I Comuni che potrebbero essere interessati all’annessione: Amatrice ab.2.730 – Accumoli 735 – Valle Castellana 1.091 – Alba Adriatica 12.440 – Ancarano 1.932 – Civitella del Tronto 5.438 – Colonnella 3.705 – Controguerra 2.500 – Corropoli 4.645 – Martinsicuro 17.112 – Nereto 5.133 – Sant’Egidio alla Vibrata 9.781 – Sant’Omero 5.469 – Torano Nuovo 1.685 – Tortoreto 9.950. (Alberto Premici)

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