di Mario Narcisi *

A seguito dello Sciopero generale della Dirigenza Medica effettuato il 20 Dicembre 2013  contro gli squilibri  provocati da una irrazionale Riforma Sanitaria Regionale, fu raggiunto un importante Accordo tra la Regione Marche e le OO.SS. mediche, siglato il 4 Aprile 2014, con il quale, tra l’altro, oltre a rimodulare  l’assetto delle Strutture Semplici e Complesse in base alla omogeneizzazione della configurazione dei Dipartimenti ospedalieri, si prevedeva la costituzione di un Tavolo Aperto che doveva rivedere , entro il 31 maggio 2014,  il modello organizzativo delle Reti Cliniche territoriali in ambito regionale e di ciascuna Area Vasta, in quanto il Piano Sanitario Regionale, presentato dalla precedente Direzione ASUR del dott. Ciccarelli, evidenziava: evidenti lacune organizzative, capacità assistenziali diseguali nei confronti dei cittadini tra Aree Vaste della stessa Regione, la perfetta sintonia tra i piccoli ospedali svuotati ad arte  e il riordino proposto delle Reti cliniche, l’aumento conseguente del rischio di conflitti di interesse con le strutture convenzionate e ancor di più con le associazioni pubblico private all’interno degli ospedali pubblici del Nord delle Marche, il mantenimento del traffico trans-regionale della sanità convenzionata di confine e spacciato per mobilità attiva, l’ingiustificato addebito della Regione all’ASUR di 82 milioni che non risultavano dalle spese sanitarie fatte nel 2012, la chiusura di centinaia di reparti ospedalieri con l’allungamento delle “liste di attesa” e l’aumento del costo dei servizi a carico dei cittadini, l’obiettivo chiaro di mettere in crisi il servizio sanitario pubblico perché ci si rivolgesse al privato.

Noi crediamo che la attuale Direzione dell’ASUR del dott. Genga si sia resa conto di tutto ciò sia per quanto è emerso dai numerosi  incontri tenuti con gli Operatori sanitari in ogni parte della Regione e sia per le osservazioni raccolte dalla gente nei comuni dibattiti pubblici.

La revisione delle Reti Cliniche e delle funzioni è quasi al termine. L’ASUR ha cercato di rimediare alle disomogeneità dei quadri organizzativi giunti dalle singole Aree Vaste al termine del 2013 e siamo certi che proporrà un assetto più logico che andrà a modificare quello deliberato dalla DGR n.1345/13.

Del resto il periodo sperimentale di attuazione dei “pittoreschi” Progetti dell’AV.n.5 all’Ospedale di San Benedetto del Tronto sull’accorpamento dei Reparti di Cardiologia-Utic al PS-Murg. e della Ortopedia alla Geriatria, è, da tempo, terminato con risultati fallimentari che hanno portato da una parte allo smantellamento di un intero Reparto e alle dimissioni di un Primario e di un Dirigente medico della Cardiologia dell’Ospedale “Madonna del Soccorso” indicata dal Ministero e dall’AGE.NA.S (Agenzia Nazionale per la Salute) tra i Reparti top-ten d’Italia e dall’altra al ridimensionamento di una Ortopedia e Traumatologia che doveva essere il fulcro di un “Trauma Center” come le Linee guida Regionali avevano indicato.

Ci fa piacere riconoscere che i nostri sforzi , le nostre critiche e le nostre osservazioni, congiunte all’azione delle OO-SS. Mediche regionali, tra cui grande merito va dato alla AAROI-EMAC, hanno portato a un grosso e giusto risultato. Determinante è stato l’intervento effettuato al Convegno sulla Sanità presso il Teatro S.Filippo Neri di S.B.T. al cospetto della intera  Direzione ASUR.

Ci giunge notizia che è ormai ufficiale il ripristino della Struttura Complessa di Ortopedia e Traumatologia all’Ospedale di San Benedetto del Tronto e un ulteriore risultato positivo sembra sia rappresentato dalla volontà dell’ASUR di omogeneizzare tutti i  DEA della Regione Marche con il reinserimento dei Reparti di Cardiologia-Utic.

Queste decisioni ci riportano a quel logico concetto di Rete Clinica, che avevamo da sempre sbandierato, il cui presupposto principale era, ed è, quello di avere degli Ospedali che siano in Rete con tutti gli altri Ospedali delle Marche per dare sempre una risposta uguale alle Acuzie.

Ora vorremmo scongiurare l’ennesimo disastroso Progetto, che da più parti viene ventilato, del ridimensionamento della S.C. di Radiologia all’Ospedale di San Benedetto del Tronto con la soppressione del Primariato di Radiologia .

Non ci si può credere solamente al pensiero della grandissima tradizione radiologica impressa a questa Struttura dell’Ospedale sambenedettese dall’indimenticabile Prof. Mirko Dardari e che ancora oggi continua nel tempo con la professionalità dei propri collaboratori che sono stati suoi allievi. Si toglierebbe il Primariato a un Reparto che detiene il primato per numero di esami effettuati in AV 5 con oltre 100.000 prestazioni /anno e che ancora oggi conta il più grosso organico dell’Ospedale con le sue 54 unità tra medici, tecnici e infermieri. Un Reparto ad elevata complessità tecnologica che annovera, tra le tradizionali apparecchiature, n.2 TAC, n.2 RMN, n.3 Diagnostiche in funzione al PS (unico esempio tra gli Ospedali di rete della Regione) e l’acquisto in itinere di 1 RMN aperta e di 1 Telecomandato tradizionale polifunzionale.

Che senso ha ripristinare il Primariato di Ortopedia e cancellare quello di Radiologia? E’ un grosso controsenso visto che ci si è resi conto dell’alta incidenza traumatologica , dell’alta densità della popolazione, della rete viaria e del turismo, sulla costa. Un conto è seguire il paziente radiologico con un esame obiettivo “de visu” , un conto è seguirlo attraverso lo schermo televisivo con una guardia radiologica ad esempio solo da Ascoli o solo, viceversa, da S.Benedetto.

E tutto questo accade in una AV. n. 5 dove si tollerano n.2 Direttori Sanitari e si prevede n.1 Direttore per la Sicurezza. Cari Signori dell’ASUR, occorre buon senso. Non ci stancheremo mai di dire che finchè i due Ospedali di Ascoli e S.Benedetto dovranno rimanere aperti , entrambi dovranno avere lo stesso zoccolo di Reparti di Base per dare una risposta adeguata e completa ai bisogni minimi della popolazione.

Per risparmiare occorre un Ospedale Unico in un unico edificio e trasportare costa più che curare oltre che essere più pericoloso. Ai nostri Amministratori Regionali e alla Direzione dell’ASUR chiediamo, prima di deliberare il Restyling delle Reti Cliniche , di riflettere, poiché la Città di San Benedetto non accetterà mai una soluzione che non tenga principalmente presente gli interessi di tutta la comunità.

  •  Dott. Mario Narcisi

Ex Direttore del DEA dell’Ospedale di S.B.T. e rappresentante territoriale dell’AAROI-EMAC

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