di Mario Narcisiex Direttore del DEA dell’Ospedale di S.B.T. e rappresentante territoriale dell’AAROI-EMAC  (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani e Medici dell’Emergenza Accettazione)

Come volevasi dimostrare. Tutto quello previsto nel documento sull’ “Ipocrisia della sanità pubblica regionale”, denunciata dopo aver ascoltato il governatore Ceriscioli nella famosa “Piazzetta Democratica” di San Benedetto del Tronto,  si sta realizzando come a chiudere un cerchio. Messa a posto la rotazione dei Direttori dell’Azienda Ospedaliera di Marche Nord, a Pesaro, ora si potrà andare avanti con sicurezza.

Pensiamo che il premier Renzi, per quanto riguarda la Sanità delle Marche, non debba temere l’aumento di tasse per i marchigiani, poiché la soluzione c’è già. Abbattere le liste di attesa e la mobilità passiva non costituisce alcun problema. Basta affidarsi alla sanità privata! Oltre alle già note Associazioni pubblico-private dentro gli Ospedali Pubblici svuotati ad arte, pare sia in programma la trasformazione di tutto l’Ospedale di Fano ( più grande di quello di S.B.T. !!) in una “Cotignola marchigiana”!!!.E  vai!! Avremo una sanità simile a quella romana, calabrese e siciliana !!. Perché, invece, non potenziare la Cardiochirurgia dell’Ospedale Regionale di Torrette-Ancona ?

Le elezioni regionali delle Marche sono state una farsa . Chiunque della vecchia coalizione avesse vinto, la situazione in sanità doveva continuare come prima. La differenza fra le reti assistenziali del nord e del sud delle Marche, è storica, certamente precedente le ultime amministrazioni. A questo punto sembra che la mancata “uniformità di comportamenti”, come dice Ceriscioli, nelle 5 Aree Vaste delle Marche, era indispensabile per mantenere uniforme e vincente, nell’intero ambito regionale, la realizzazione dei conflitti di interessi fra pubblico e privato.

Nel Centro-Sud, i Piccoli ospedali pubblici erano stati tagliati in passato, sempre per favorire le strutture convenzionate esistenti da molto tempo.

Nel Centro-Nord, dove non c’era sanità convenzionata, i Piccoli ospedali sono stati progressivamente svuotati, nel corso delle ultime amministrazioni, proprio per accogliere al loro interno le Associazioni pubblico-privato. Con esse, le liste di attesa , come proclamavano , si sarebbero ridotte  e, normalmente, a una minore lista di attesa corrisponde una minore mobilità passiva .

Perché, allora, nell’AV1 di Pesaro la mobilità passiva ha raggiunto, nel 2013, i 36 milioni di euro, la più alta di tutte le AV regionali a fronte di solo 6 milioni di euro di mobilità attiva ?

Nel corso delle ultime amministrazioni, nel Centro-Sud e nel Centro-Nord ,  gli Ospedali di Rete sono stati progressivamente resi sempre più inefficienti, i reparti tagliati, il personale progressivamente ridotto, le liste di attesa artificialmente allungate, i malati costretti a trasferirsi da una città all’altra, per favorire ulteriormente il ricorso alle strutture convenzionate presenti nel territorio e, a Nord, per favorire il ricorso alle strutture convenzionate della Romagna e alle associazioni pubblico privato che crescevano come neoplasie maligne all’interno dei piccoli ospedali.

Il modello Marche Nord non ha fallito; al contrario ha raggiunto perfettamente il suo obiettivo. Il trasferimento di centinaia di milioni di euro alla sanità convenzionata di qua e di là del Rubicone è riuscito perfettamente! Oggi esistono mezzi ospedali pubblici “monchi” sia nel Nord che nel Sud delle Marche! I mezzi ospedali sono tutt’altro che luoghi di cura.

Non si è fatta attendere la risposta alla nostra critica sull’abbandono del Progetto di fattibilità dell’Ospedale unico del Piceno, sbandierato dal sig. Governatore quando, nel silenzio e con il consenso dei suoi sostenitori, amministratori e politici locali, lo definiva “un foglio bianco”.

Lo ha fatto per bocca del Direttore Gen.dell’ASUR, dr. Marini, nel corso della Conferenza dei Sindaci di alcuni giorni fa alla Palazzina Azzurra, dove è stato spiegato come con la vendita dei Piccoli Ospedali, si potrà finanziare l’Ospedale di Vallata. L’importante è volerlo ! Con il Progetto di Riordino della sanità pubblica marchigiana del Dott. Ruta, defenestrato dalla Regione, i fondi necessari erano stati previsti dal Ministero alla Salute (Min. Fazio).

Ma evidentemente  il dott. Ruta puntava all’efficenza della Sanità pubblica!

Rilanciare così l’idea dell’Ospedale di Vallata, rimangiandosi immediatamente quanto fino ad ora sostenuto dalla Regione sulla non fattibilità dell’Ospedale unico del Piceno, ci sembra uno spot pubblicitario in vista delle prossime elezioni amministrative della Città di San Benedetto del Tronto. Speriamo di sbagliarci !.

La cosa certa, invece, e di immediata realizzazione, è la Riorganizzazione della sanità locale, da attivarsi entro il 31 Dicembre, come riferito dalla Stampa, annunciata dal Direttore dell’AV 5, nel corso della Conferenza dei Sindaci, che vede , tra le altre e note perdite dell’Ospedale “Madonna del Soccorso” di S.B.T., il trasferimento della Ostetricia all’Ospedale di Ascoli, dove, oggi , risiede la Neonatologia , nonostante essa fosse presente a S.B.T. già da molto tempo prima.

Se così fosse,  molto probabilmente a S.B.T.  resterebbero , se tutto va bene, in relazione al numero dei parti, alcune sale travaglio e un accorpamento dei letti  di ostetricia  nell’AFO ( area funzionale ospedaliera) chirurgica , come dispone la DGR n.1219 del 27-10-2014.

E’ certo che così facendo e “rebus sic stantibus” nei due mezzi Ospedali dell’AV5, non si va da nessuna parte. Emblematico è quanto successo alcuni giorni fa a un paziente che è dovuto andare ad Ascoli per una “coronarografia” e successivamente, con urgenza, a SBT per una “trombolisi”.  Senza addentrarsi nei dettagli, questo esempio è il risultato di una organizzazione ospedaliera estremamente pericolosa.

Quindi, bando alle chiacchiere; finchè non ci sarà un Ospedale unico del Piceno, l’unica organizzazione possibile in questa AV5 è mantenere efficienti  i Servizi e i Reparti di Base in entrambi gli Ospedali per garantire a tutti i cittadini una risposta adeguata e sicura alle acuzie e agli interventi sanitari primari di cui la popolazione necessita.

Ridurre le liste di attesa tenendo le apparecchiature in funzione notte e giorno, sabato, domenica e i giorni festivi è giusto e importantissimo per i pazienti , ma la carenza di risorse umane non deve essere utilizzata come un alibi per rivolgersi al Privato. Dal 2009 sono stati tagliati più di 2000 posti di lavoro nella sanità pubblica marchigiana a parità sostanziale di posti letto.

Ora, caro Presidente, invece di accanirsi contro il Direttore Gen. dell’Az..Osp. Regionale di Ancona, Dr.Galassi, reo di aver fatto quadrare i conti come da mandato regionale, pensi a potenziare di più l’Ospedale Regionale di Torrette  in un grande Centro di eccellenza di sanità pubblica nelle Marche. Solo così si potrà evitare la mobilità passiva intra regionale e oltre il Rubicone.

(red)

 

 

 

 

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