Dopo mesi di indecisioni il Consiglio dei Ministri ha varato il taglio: via le province con meno di 350.000 abitanti e 2500 kmq di superficie. Quelle che resteranno si occuperanno di ambiente, viabilità e trasporti; altre competenze verranno dirottate ai comuni. Il provvedimento, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2014, stravolgerà la geografia amministrativa della penisola ed alcune regioni saranno composte da una sola provincia. Nelle Marche resterà Ancona e, forse, Pesaro-Urbino, con buona pace soprattutto di ascolani e fermani, reduci dal recente e costoso divorzio (40 mln di euro). Da ricordare che se la vecchia provincia di Ascoli Piceno fosse rimasta integra, avrebbe potuto contare su 391.982 abitanti (177.914 Fermo e 214.068 Ascoli, secondo i dati aggiornati) ma con soli 2.088 kmq di superficie complessiva e forse, con qualche motivata deroga, avrebbe avuto vita salva. Il riordino oggi approvato dal Consiglio dei Ministri ridistribuisce le province nel modo seguente: in Piemonte: Torino, Cuneo e Alessandria, accorpate Vercelli, Asti, Biella, Verbano-Cusio e Novara, Lombardia: Milano Brescia, Bergamo, Pavia, accorpate Lecco, Lodi, Como, Monza Brianza, Mantova, Cremona, Sondrio e Varese, Veneto: Venezia, Verona e Vicenza, accorpate Rovigo, Belluno, Padova, Treviso, Liguria: Genova, La Spezia, scompaiono Savona e Imperia, Emilia Romagna: Bologna, Parma, Modena e Ferrara, accorpate Reggio Emilia, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Piacenza, Toscana: Firenze, scompaiono Grosseto, Siena, Arezzo, Lucca, Massa Carrara, Pistoia, Prato, Pisa e Livorno Umbria: Perugia, scompare Terni, Marche: Ancona,  Pesaro e Urbino, accorpate Ascoli Piceno, Macerata e Fermo, Lazio: Roma e Frosinone, accorpate Latina, Rieti e Viterbo, Abruzzo: L’Aquila, Chieti, fuori Pescara e Teramo, Molise: Campobasso, fuori Isernia, Campania: Napoli, Salerno, Caserta e Avellino, fuori Benevento, Basilicata: Potenza, fuori Matera, Puglia: Bari, Foggia e Lecce, accorpamento per Taranto, Brindisi e Barletta-Andria, Calabria: Cosenza, Reggio Calabria e Catanzaro, accorpamento per Crotone e Vibo Valentia, Sicilia: Palermo, Agrigento, Catania e Messina, fuori Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani, Sardegna: Cagliari, fuori tutte le altre Olbia Tempio, Medio, Ogliastra, Carbonia, Sassari, Nuoro, Oristano, Friuli: Trieste e Udine, accorpate Pordenone e Gorizia. Non si conoscono ancora i dettagli esatti degli accorpamenti regione per regione, ma questo dovrebbe essere il quadro generale del riordino. La proposta finale sarà trasmessa dal Cal (Consiglio delle autonomie locali) e Regioni interessate, al governo, che provvederà all’effettiva riduzione delle province promuovendo un nuovo atto legislativo che completerà la procedura.

Alberto Premici

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