Dire che piove sul bagnato riguardo alla drammatica situazione produttiva ed occupazionale del Piceno, alla luce delle ultime negative crisi aziendali, è forse riduttivo rispetto alla reale portata della debâcle del nostro territorio, visto in termini di lavoro e sviluppo. Così ai 195 (più un centinaio legati all’indotto) lavoratori per i quali la Ahlstrom ha ufficialmente aperto la procedura di mobilità quale anticamera del licenziamento, si aggiungono ora gli 85 dipendenti della Gifar e della Germa, due aziende della grande galassia del gruppo Melania calzature, di proprietà della famiglia Gironacci, anch’essi interessati dall’apertura di una procedura di mobilità, causa la chiusura in toto delle due aziende. La notizia, in un primo tempo solo paventata e da ieri purtroppo invece ufficiale, ha subito fatto il giro dell’intera provincia ascolana, dove la famiglia Gironacci, che ha il proprio quartier generale a Montegiorgio, è molto conosciuta per via della sua quarantennale attività imprenditoriale in seno al settore delle calzature per bambini. “La proprietà ci ha ufficialmente comunicato la chiusura sia della Gifar che della Germa – conferma Paola Giovannozzi, segretaria della Filtea, la categoria dei tessili della Cgil -, aprendo una procedura di mobilità per tutti i suoi 85 dipendenti attualmente occupati nei due stabilimenti di contrada Tesino di Offida”. Quasi un fulmine a ciel sereno, per i sindacati (oltre alla Cgil, all’interno dei due stabilimenti è presente anche la Cisl, ndr), che non si aspettavano di certo una presa di posizione così ultimativa, dopo che nelle scorse settimane avevano ricevuto delle rassicurazioni in merito dalla stessa proprietà. “L’85% degli occupati delle due aziende calzaturiere offidane – aggiunge la sindacalista della Cgil – è rappresentato da donne, e questo, se possibile, rende ancora più amara la situazione, in un territorio ove sono proprio le donne a scontare i maggiori problemi occupazionali. Un duro colpo, che si va ad aggiungere ai tanti di questi ultimi giorni, che il Piceno ha dovuto subire”.

Nel caso della situazione produttiva ed occupazionale in seno alle aziende del gruppo Melania dell’imprenditore Gironacci, e nella fattispecie in quella della Gifar, una delle due aziende ora messe in liquidazione, c’è da dire che i programmi dell’azienda, evidenziati ai sindacati nei mesi scorsi, prevedevano un investimento di ben 12 milioni di euro per nuovi macchinari e nuovi prodotti, che avrebbero dovuto essere in grado di penetrare al meglio il mercato. Per il Piceno e per Offida in particolare, che non può contare su un tessuto produttivo esteso di tipo industriale, il colpo ora si farà sicuramente sentire, con tante famiglie ancora una volta costrette a rincorrere la fine del mese contando su stipendi che, oltre ad essere sempre più miseri rispetto all’aumentato costo della vita, oggi ci sono e domani invece chissà. Ma sul Piceno, oltre alla soluzione della crisi del gruppo Malavolta, ancora di là da venire e che rischia di produrre drammatiche ripercussioni anche a Rotella, nel cui territorio comunale è ubicata la Marollo col suo centinaio di lavoratori occupati (e qui l’indotto, in termini di produttori agricoli conferitori, è di una qualche consistenza) – (Fonte: Corriere Adriatico – Autore: Piero Luciani)

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