Oggi entra in vigore la nuova legge sui reati contro gli animali (Legge 6 giugno 2025, n. 82). Si tratta di una riforma storica: gli animali escono dal limbo di oggetti protetti solo per sentimento umano e diventano soggetti di diritto, con una tutela giuridicamente diretta.

Il Codice penale accoglie per la prima volta il riconoscimento degli animali come “esseri senzienti” e titolari di diritti, abbandonando la vecchia tutela basata sul “sentimento umano”.

Pene più severe

Uccisione (art. 544‑bis): reclusione da 6 mesi a 3 anni (fino a 4 anni con sevizie), multa 5 000–30 000 € (fino a 60 000 €)  .

Maltrattamenti (art. 544‑ter): carcere fino a 2 anni, sempre accompagnato da multa  .

Nuove aggravanti

Le pene aumentano fino a un terzo se il reato avviene alla presenza di minori, riguarda più animali o viene diffuso online  .

Abbandono e detenzione inadeguata

(art. 727 c.p.): arresto fino a 1 anno e multa 5 000–10 000 €. Se l’abbandono avviene su strada o con veicolo, scatta anche la sospensione della patente da 6 mesi a 1 anno  .

Stop alle catene

Divieto nazionale di detenere cani e gatti alla catena, salvo eccezioni sanitarie certificate; multe da 500 a 5 000 €  .

Stop a combattimenti, pellicce, traffico illecito

Combattimenti e spettacoli crudeli: responsabilità anche dei partecipanti, con pene fino a 4 anni di carcere e multe pesanti  .

Divieto di utilizzo di pellicce di gatto a scopo commerciale  .

Traffico di animali da compagnia: basta l’assenza di microchip o certificazione per configurare il reato  .

Tutela della fauna selvatica

Pene aggravate per uccisione o danneggiamento di specie protette e distruzione di habitat  .

Gestione degli animali sequestrati

Introduzione dell’art. 260‑bis c.p.p.: si vietano abbattimento o cessione durante i procedimenti, e si prevede l’affido a enti o associazioni con cauzione  .

Coordinamento tra le istituzioni

Ministeri (Ambiente, Interno, Salute, MASAF) e forze dell’ordine collaborano con protocolli per contrastare i reati animali.

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