di Alberto Premici – Anche l’Italia è in prima fila nella corsa al vaccino anti covid. Stamattina è iniziata la prima fase della sperimentazione su una volontaria 50enne, presso l’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma. Per questo importante traguardo, sono stati stanziati 8 milioni di euro, 5 dei quali a carico della Regione Lazio e 3 dal Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica.

Il vaccino è stato pensato, realizzato e prodotto da una società italiana, la ReiThera di Castel Romano. “Se tutto andrà per il meglio e termineremo questa sperimentazione entro l’anno – ha dichiarato Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani – potremmo avere il vaccino in primavera su base commerciale”, aspettative confermate anche da Antonella Folgori, amministratore delegato della Reithera: “Molto dipenderà dalle agenzie regolatorie e dall’andamento dell’epidemia. Calcolando che lo studio di fase 2-3 potrebbe essere avviato entro l’anno, potremmo avere il vaccino per la primavera del 2021”.

L’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), che ha autorizzato la sperimentazione di fase I sul vaccino anti-covid prodotto dall’azienda bio-tecnologica italiana, nel luglio scorso aveva già fornito ulteriori dettagli: “Lo studio prevede l’arruolamento di 90 volontari sani in due coorti sequenziali (coorte di adulti e coorte di anziani). La coorte degli adulti arruolerà 45 soggetti sani di età compresa tra 18 e 55 anni. La coorte degli anziani arruolerà 45 soggetti sani di età compresa tra 65 e 85 anni. Entrambe le coorti sono definite per avere tre bracci di trattamento a tre dosi crescenti composti da 15 partecipanti ciascuno, per un totale di 6 gruppi. L’arruolamento inizierà dalla coorte 1 e procederà in maniera sequenziale, previa verifica dei dati di sicurezza ai differenti step“.

Il mondo della ricerca quindi è in piena corsa per testare e produrre il vaccino anti covid: Russia, Cina, USA, Brasile, India, Nigeria, Indonesia ed altri, tutti uniti, almeno in questo caso, per dare soluzione ad un problema che ha scosso le società e le economie dell’intero pianeta. Alcuni centri sono già arrivati alla fase 3, ultimo step della sperimentazione sull’uomo. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, attualmente sarebbero almeno 150 i vaccini in fase di sperimentazione nel mondo. Non resta che aspettare con fiducia il lavoro di ricercatori e volontari, ai quali va tutta la nostra riconoscenza.

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