Con un’importante sentenza depositata ieri, la Corte di Cassazione chiarisce che le scuole a rischio sismico, anche minimo, vanno chiuse e riaperte solo quando sono perfettamente agibili e a norma. La decisione è stata presa in accoglimento del ricorso della Procura di Grosseto, contro il sindaco di Roccastrada, Francesco Limatola, che aveva ottenuto l’autorizzazione alla riapertura di una scuola in frazione di Ribolla con trecento alunni.
Allo stabile era stato attribuito un rischio sismico dello 0,985, registrando, secondo l’ordinanza, un’inadeguatezza minima rispetto ai vigenti parametri costruttivi antisismici soddisfatti al raggiungimento del valore par a 1.
Dando ragione alla Procura, la Cassazione con questa sentenza (la 190) stabilisce che “nel carattere non prevedibile dei terremoti, la regola tecnica di edificazione è ispirata alla finalità di contenimento del rischio di verificazione dell’evento … la inosservanza della regola tecnica di edificazione proporzionata al rischio sismico di zona, anche ove quest’ultimo si attesti su percentuali basse di verificabilità, integra pur sempre la violazione di una norma di aggravamento del pericolo e come tale va indagata e rileva ai fini dell’applicabilità del sequestro preventivo”.
Secondo la Cassazione quindi i terremoti non sono soggetti a “prevedibilità”; conseguentemente i sindaci non devono opporsi al sequestro dei plessi scolastici che, anche nelle zone a basso rischio sismico, possono essere soggetti a crolli, seppure per un “minimo scostamento dai parametri” di edificazione emanati nel 2008.
Sulla vetustà e scarsa sicurezza di una parte consistente del nostro patrimonio edilizio scolastico, si discute da tempo. Nell’anno scolastico 2014/2015 la rete scolastica italiana era composta da 32.119 scuole, per la maggioranaza statali (88,6%) frequentate da quasi 7 milioni di studenti.
Si stima che oltre il 41% di esse ricadano in zona sismica 1 e 2 (rischio terremoto forte) con casi limite, come nel vicino Abruzzo, dove oltre il 90% delle scuole risultano a rischio sismico.
Alberto Premici