La Procura di Roma ha riaperto l’inchiesta sulla strage di Ustica, sul Dc9 Itavia I Tigi decollato il 27 giugno 1980 dall’aeroporto di Bologna e che non arrivò mai a Palermo. In quel disastro, di cui non si sono mai chiarite le cause, persero la vita 81 persone. La nuova iniziativa investigativa è dovuta alle dichiarazioni rilasciate ad una trasmissione radiofonica della Rai ed a Skytg24 dall’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, nel febbraio scorso. In particolare, ai microfoni del canale satellitare, Cossiga spiegò che i servizi segreti italiani lo informarono, così come fecero con l’allora sottosegretario Giuliano Amato, che erano stati i francesi, con un aereo della Marina, a lanciare un missile non ad impatto, ma a risonanza. “Se fosse stato ad impatto non ci sarebbe nulla dell’aereo”, spiegò Cossiga. Tracce del missile, del resto, sui resti del Dc9, nelle diverse analisi compiute, non sono mai state trovate. Secondo quanto si è appreso, comunque, i pm Erminio Amelio e Maria Monteleone hanno sentito, come testimoni, sia Cossiga che Amato ed hanno anche avviato tutta una serie di verifiche e controlli per circostanziare le dichiarazioni dell’ex presidente della Repubblica. I due magistrati hanno rappresentato in aula, sia in I grado che in appello, l’ufficio dell’accusa, nell’unico processo che è stato celebrato sulla vicenda Ustica e che riguarda il cosiddetto ‘Muro di gomma’, e che vedeva imputati alcuni ex generali dell’Aeronautica italiana accusati di aver tramato affinchè la verità non venisse alla luce. La Cassazione nel gennaio 2006 ha confermato la completa assoluzione dei vecchi ufficiali dell’Arma azzurra. (Apcom)

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