Offida – La sezione Avis comunale “Cesare Gabrielli” di Offida ha chiuso l’anno 2010 con un bilancio positivo sotto ogni punto di vista. L’impegno e la serietà che da sempre la caratterizza, hanno contribuito a farla crescere e a renderla ancora più vicina ai bisogni dei cittadini. Nel corso dell’assemblea ordinaria dei soci, il dinamico presidente Giuliano Ciotti, attraverso una chiara e dettagliata relazione, ne ha messo in luce i momenti salienti esprimendo apprezzamenti sul lavoro svolto da tutti i componenti l’associazione. “Donare il sangue – ha esordito il presidente – è un gesto di solidarietà, un atto di estrema generosità sempre più sentito nel territorio”. Parole che vengono confermate dal trend positivo della donazione di sangue, considerando che nel 2000 i soci donatori erano poco più di cento, al 31 dicembre 2010 l’Avis di Offida conta 285 soci donatori, di cui soprattutto giovani, molti diciottenni. Veramente un bel passo se andiamo ancora indietro, da quel 29 giugno 1960, anno in cui venti benemeriti soci fondatori, con atto costitutivo, fondarono la “sezione Avis comunale” di Offida. Oltre all’innegabile sensibilità dei donatori, sono numerosi i fattori che hanno determinato l’incremento: dalla collaborazione degli enti e altre associazioni, all’efficienza e alla professionalità di tutto lo staff dirigenziale. La sezione Avis di Offida comprende, inoltre, anche i comuni di Castignano e Appignano del Tronto i cui sindaci non hanno mai lesinato il proprio appoggio. Il presidente Ciotti ha poi ricordato come il 2010 è stato l’anno del cinquantesimo di fondazione e “per la nostra comunale – ha detto – abbiamo messo in programma una serie di attività, e molte di queste, grazie alla collaborazione e sostegno dell’amministrazione comunale, associazioni e privati cittadini, le abbiamo portate brillantemente a compimento”. Non sono mancate, poi, le uscite con il gazebo in occasione di feste, fiere o altro per promuovere l’immagine avisina “perché – ha rimarcato Ciotti – siamo convinti che le persone sono disponibili a diventare donatori se gli diamo l’occasione giusta, facendogliela presente in modo garbato, indiretto, senza ossessione”. (Fonte: Corriere Adriatico)

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