Uliveti, querceti, boschi e coltivazioni… finiti in fumo. Un fumo che, come tradizione vuole, non fa presagire nessun tipo di arrosto. Le numerose richieste di risarcimento inoltrate agli uffici preposti del Comune di Ascoli, dopo i disastrosi incendi che tra agosto e settembre hanno tenuto sotto scacco città e provincia, sono attualmente al vaglio della Protezione Civile regionale, che dovrà valutare quali accettare e quali, invece, ‘cestinare’. “Il problema — spiega il sindaco Piero Celani, che durante le infuocate (nel vero senso della parola) notti di quest’estate è stato in prima linea assieme ai soccorsi — è che moltissime persone hanno chiesto i risarcimenti per mezzi agricoli o appezzamenti di terreno andati distrutti durante i roghi. Tuttavia, non credo che potranno aspettarsi qualcosa. Infatti, stando a quanto previsto, i fondi potranno essere stanziati solo per risarcire i danni apportati dal fuoco alle abitazioni. I beni come terreni o auto non sono contemplati nel piano emergenza”.

E probabilmente non saranno accontentati neanche tutti coloro che hanno chiesto un rimborso per l’ultima abitazione terrena dei loro cari estinti finita tra le fiamme del rogo di Monterocco: molte delle richieste arrivate negli uffici comunali riguardavano, infatti, i loculi più antichi del camposanto ascolano. “C’era un gruppo a Carnevale — scherza il sindaco — che ironizzava proprio sul tema, mi pare che dicesse proprio che ‘non si può riposare in pace’ neanche al cimitero”. I fondi stanziati dallo Stato (circa 5milioni di euro, da dividere tra tutte le regioni colpite dalla calamità) saranno dunque ripartiti tra coloro che hanno visto le loro case danneggiate dal fuoco per un massimo di 30mila euro ad abitazione, che potrebbero essere stanziati in un’unica modalità o in rate mensili (fino ad un massimo di 500 euro al mese). E, perché tutto si svolga con la massima rapidità ed attenzione, il Commissario straordinario, nonché capo della Protezione Civile, Bertolaso, ha delegato l’incarico alle singole Regioni. Tuttavia, a circa sei mesi dal disastro ambientale che ha colpito mezza provincia, mettendo anche in ginocchio l’economia del Piceno, i danneggiati non hanno ancora visto una lira. E tra il fuoco di quest’estate e l’acqua di quest’inverno, ci si chiede quale sarà la sorte ‘finanziaria’ di una città che la furia degli elementi sembra abbia preso di mira. (Fonte. Il Resto del Carlino – Autore: Nicoletta Tempera)

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