Linea dura dell’assemblea dei sindaci dell’Ascolano, sulla ripartizione delle risorse in relazione all’istituzione della nuova Provincia di Fermo. Per la verità, ieri, alla riunione convocata dal sindaco di Ascoli, era presente solo una sparuta pattuglia di primi cittadini, appena dieci (Ascoli, Maltignano, Roccafluvione, Comunanza, Montegallo, Offida, Appignano, Rotella, Arquata e S. Benedetto), ma considerati, forse, gli irriducibili, con qualche eccezione, quelli disposti a tutto, insomma, pur di tutelare il versante ascolano nella vicenda della ripartizione delle risorse. E a rappresentare la linea dura ci ha pensato Armando Falcioni, prendendo spunto dall’aumento delle tariffe dell’acqua che è all’orizzonte, a copertura degli investimenti che l’Ato dovrebbe effettuare nel Fermano. Una batosta per i cittadini della nuova Provincia di Ascoli, che è stata sottolineata da Falcioni. “Visto che in questa divisione del territorio saremo ulteriormente danneggiati – ha detto il primo cittadino di Maltignano – perchè si profila un consistente aumento delle tariffe dell’acqua per i contribuenti del versante ascolano, perchè l’Ato deve finanziare gli investimenti da effettuare nel Fermano, allora, non capisco perchè dovremmo essere solidali con Fermo in altri campi. Il fermano pensasse tra le altre cose a costituire un proprio Ato e a finanziarsi i suoi investimenti”. Ma quello dell’aumento delle tariffe dell’acqua non è il solo problema emerso ieri, perchè in ballo c’è anche l’annessione dell’ospedale di Amandola che Fermo vuole a tutti i costi nel suo territorio. Non a caso, nella prossima settimana ci sarà un vertice in Regione sull’argomento e Piero Celani ha già fatto sapere che “sosterrò la proposta dei fermani a spada tratta. In questo modo si potranno liberare risorse utili per le nostre strutture sanitarie”. Una manovra non fine a sè stessa, perchè tutti sanno, compresi i fermani, che mantenere una struttura ospedaliera costa e parecchio e considerato che nel Fermano ci sono già diversi ospedali, aggiungerne un altro significa far crollare i conti della sanità che in quel territorio sono tra i peggiori a livello regionale. Insomma, la voce che circolava nell’assemblea dei sindaci di ieri, è che con molta probabilità, l’annessione dell’ospedale di Amandola nel Fermano, significherebbe la chiusura di quella struttura. Una strada che, con un pò di cinismo, i sindaci dell’Ascolano sembrano voler percorrere caldeggiando la proposta di annessione dei fermani, convinti che in questo caso la rivoluzione ad Amandola non tarderebbe a scoppiare. Insomma, quella della ripartizione delle risorse è una partita che si gioca non solo sul patrimonio immobiliare e sul personale, ma coinvolge anche altri aspetti, con gli ascolani ormai attestati a condurre una guerra di nervi nei confronti dei loro cugini fermani. Così come non può essere presa per provocazione la proposta lanciata da Lucio D’Angelo, secondo il quale “siamo disposti ad accogliere le proposte di collaborazione che arrivano da Fermo, ma è necessario a questo punto guardare anche all’Abruzzo”. (Fonte: Corriere Adriatico – Autore: Nino Orrea)

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