Arginare il problema della mancanza di regole nella collocazione degli immigrati; questo lo scopo del comitato “Cittadini di Spinetoli”, costituitosi da tempo nel centro piceno.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica su quella che sta diventando un’emergenza anche nel Piceno e dopo la notizia che sono previsti altri 37 arrivi nella comunità di Via Tevere di Spinetoli, l’associazione ha organizzato, per domenica 19 novembre 2017, una manifestazione di protesta autorizzata, nei pressi della rotatoria dell’uscita della superstrada Ascoli – mare.
Il comitato non vuole etichette politiche o di altra natura, ribadendo con forza quella che è la propria mission: “Questo comitato nasce dalla necessità di essere noi cittadini i fautori della salvaguardia sociale del nostro territorio Spinetolese, condizionato, oltre che dai problemi di criminalità e di svalutazione sociale causata dalla perdita dei posti di lavoro, dal fenomeno della migrazione straniera di massa.
Si hanno notizie certe che la Prefettura di Ascoli Piceno ha disposto, a seguito della pubblicazione di un bando, l’arrivo di 37 richiedenti asilo nel comune di Spinetoli, tutti concentrati in un’abitazione di via Tevere, acquistata da una cooperativa aggiudicatrice del bando, avente oggetto dell’affidamento il servizio di accoglienza ai cittadini stranieri richiedenti asilo, privi dei mezzi di sussistenza. 
Premettendo che noi Comitato amiamo la diversità e non abbiamo mai trovato alcun disvalore nella parola straniero, riteniamo giusto e legittimo contestare tale misura di afflusso ancora in itinere, ritenendo che l’insediamento concentrato rischia di essere il più grosso nemico ad una reale integrazione e, se vogliamo evitare che questa cittadinanza smetta di essere tollerante, dobbiamo responsabilizzare le istituzioni che hanno adottato tale provvedimento. La gestione di questo flusso migratorio cela, palesemente, un’accoglienza indiscriminata e senza filtri, tesa alla mera speculazione economica.
Non solo nel territorio di Spinetoli, ma in tutto il territorio nazionale, si è delineato, con chiarezza, la contrarietà della popolazione all’arrivo di un imprecisato numero di stranieri soprattutto per i riflessi negativi che si ripercuotono nel territorio e, precisamente riguardante l’igiene, la sicurezza, il mantenimento dell’ordine pubblico. Tutti conoscono la popolazione del comune di Spinetoli e la sua disponibilità ed apertura ad una politica dell’accoglienza del migrante nel proprio territorio.
Ora queste forme di obbligo di collocamento nel territorio da parte delle istituzioni non costituisce, in realtà, una politica concreta di aiuto per i migranti ma, bensì, un’invasione incontrollata che impedisce la convivenza, l’integrazione, il rispetto della vita e della dignità di tutte le persone coinvolte. Siamo di fronte ad una nuova arma bellica non convenzionale, quella che si chiama arma di migrazione di massa. E questa cittadinanza, sostenuta anche dalle cittadinanze limitrofe, alza la testa e dice: “NO ALL’IMMIGRAZIONE INCONTROLLATA E SENZA REGOLE”.
Sull’attuale meccanismo di accoglienza il comitato ha le idee chiare: “In Italia, al sistema di accoglienza ordinaria SPRAR (sistema di protezione per richiedenti asilo e protezione), istituito fin dal 2003, da alcuni anni si è affiancato un sistema parallelo di accoglienza straordinaria i CAS (centri di accoglienza straordinaria). Mentre il primo è sotto la supervisione degli enti locali ed è regolato nel numero di 5 migranti per ogni 2.000 abitanti, il secondo non avendo limiti e bypassando gli enti locali, nel giro di poco tempo ha letteralmente preso il sopravvento. 
Infatti alla data del 23 gennaio 2017 erano presenti nel sistema di accoglienza italiano 175.550 persone, di cui 14.750 (l’8%) nella prima accoglienza, 136.978 (il 78%) nei CAS, e 23.822 (il 14%) nello SPRAR. I comuni che non hanno aderito allo SPRAR sono terra di conquista delle cooperative che attraverso i CAS acquistano immobili sul territorio in cui mettono un numero di migranti tale da trarre maggior profitto possibile”.
(ap)

 

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