cartina nuova ascoli Tra mille polemiche, ricorsi, tira e molla, statistiche e quant’altro, procede il riordino amministrativo della nostra regione al termine del quale, come noto, essa sarà composta da tre sole, si fa per dire, province: Pesaro, Ancona e Marche del Sud, quest’ultima al comando certo della nostra Ascoli Piceno.

La fusione delle tre ex province genererà una popolazione di 704 mila abitanti distribuita su un territorio di 4.862 chilometri quadrati. Naturalmente le province costrette al matrimonio e, nel caso di Fermo, ad una riunione, si fanno sentire: il consiglio comunale di Macerata, ad esempio, si è espresso unanimemente con un netto no al riordino delle Province così come proposto dal Governo Monti, mentre Camerino è pronta a trasferirsi in Umbria.

Da Ascoli partono messaggi di dialogo con Macerata e Fermo e inviti formali a tavoli comuni di discussione come proposto dal Sindaco Castelli, dal Consigliere Regionale Canzian e dal Presidente della Provincia Celani.

Quest’ultimo ritiene doveroso ragionare su temi specifici riguardanti lo sviluppo dell’intero territorio: “Mi riferisco alla sanità, alla mancanza di infrastrutture e alla crisi di società consortili, come Asteria, che presenta debiti per oltre 2,5 milioni di euro con tanti posti lavoro persi. Situazioni delle quali, come è accaduto invece in altre circostanze e per altre vicende, nessuno parla, forse in nome di inconfessabili convenienze politiche”.

Se la discussione è animata all’interno della nuova provincia Marche Sud (speriamo non sia la denominazione futura), chi riaccende gli animi sul problema dell’egemonia anconetana è Vittorio Sgarbi che, nel suo recente intervento a Penna San Giovanni, ha esaltato la nostra regione e soprattutto le marche meridionali, puntando il dito su Ancona che, secondo il critico “rappresenta un ente inutile e dispendioso. Invece di limitarci a discutere del capoluogo della nuova provincia, potremmo, se uniti, quasi cominciare la lotta politica per esigere il capoluogo di regione!”.

Lasciando da parte questioni di campanile e collegi elettorali, l’occasione è davvero ghiotta; mai come ora vale il detto “l’unione fa la forza” e se i ragionamenti allargassero il proprio orizzonte a sud (leggasi Val Vibrata), ecco che in pochi mesi potremmo far parte della più importante provincia del centro Italia con peculiarità notevoli e talvolta uniche nel turismo, nell’artigianato, nell’industria, nella pesca, ecc. Le divisioni che la storia e la politica non lungimirante hanno creato, sono la causa dello stallo pluridecennale del nostro territorio al quale è stato negato sviluppo e benessere. La scelta di Ascoli capoluogo, seppur obbligata dal decreto del Governo Monti, riaccende più di una speranza; chissà se da Cenerentola della regione non diventi principessa ?

Alberto Premici

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