Dopo la tradizionale apertura del Carnevale offidano, domenica 17 Gennaio – giorno di S.Antonio e la Domenica degli Amici (31/01), domani inizia il lungo periodo di feste carnevalesche che terminerà martedì 16 febbraio.

I veglioni al Teatro Serpente Aureo faranno da cornice alle manifestazioni in piazza: dopo il Veglione del Socio di sabato scorso, si parte con il Veglionissimo di sabato 13 febbraio (orchestra Jonathan e i Belli dentro), poi quello in maschera di domenica 14 febbraio (orchestra I Pupazzi) e di lunedì (orchestra Frank David). Per tutti l’ingresso è alle ore 22,00. Altri appuntamenti danzanti sono stati organizzati presso i Ristoranti Villa San Lazzaro, Caroline e Agriturismo Nespeca.

Domani, Giovedì Grasso, dopo la cerimonia di consegna delle chiavi della città da parte del Sindaco ad una congrega, uscita di tutti i gruppi per le vie della città e venerdì l’attesissimo Bov Fint, con inizio alle 14,00. Gran finale martedì 16 febbraio per il carnevale in piazza e conclusione con la sfilata dei Vlurd all’imbrunire.

Stretto riserbo sul nome del Gran Carnevaliero 2010, premio che annualmente La Congrega del Ciorpento, assegna ad un personaggio offidano che si è particolarmente distinto nel tempo per attaccamento e partecipazione al Carnevale.

Si rinnova quindi questa antichissima tradizione. L’origine del Carnevale di Offida, si perde nel tempo. Risulta menzionato fin dal 1524, nel settimo capitolo negli Statuta Ophidanorum (gli statuti di Offida): “Iura civilia infrascriptis diebus,e temporibus reddi proibhemus, nisi,aliud aliquod disponeretur, vidilicetà.. in die CINERIS,in die IOVIS PINGUIS” (Se non è previsto diversamente da qualche statuto, è proibito amministrare la giustizia nei seguenti giorni…nel giorno delle Ceneri e del Giovedì Grasso).

Altra testimonianza sulla centenaria origine del Carnevale, viene fornita nel Compendioso racconto Historico della Terra di Offida, di padre Andrea Rosini (Offida 1595-Ancona 1668), frate minore cappuccino, che nel capitolo 38, racconta che i Ministri del Sacro Monte di Pietà del Frumento, dispensavano grano ai poveri, nei periodi di Natale, Carnevale e Pasqua.

Tra le manifestazioni del Carnevale Offidano, lu Bov Fint (il bove finto), è quella più attesa e partecipata, anch’essa d’origini antiche, pur se non antichissime.

Il periodico locale Ophys, diretto da Guglielmo Allevi, in un articolo del 1892, riferiva: “C’era una volta la caccia al toro. Figuratevi una testa di toro di carta pesta, due corna appiccicate sopra, per groppone un coperchio di un baule e, sotto, un uomo che fingeva di ruggire. Quattro o cinque persone, con la camicia di fuori, con un fazzoletto rosso al collo, rappresentavano i torreadores”.

Probabilmente interrotta nel periodo bellico, la manifestazione si è svolta ininterrottamente negli anni, richiamando folle di partecipanti entusiasti, sempre più numerose, provenienti da ogni parte d’Italia.

Nelle prime ore del venerdì grasso, dopo lu Bvitt fint del mattino (versione del bove finto per i più piccoli),  inizia la manifestazione clou. Lu Bov, costituito da un telaio di legno coperto da tela bianca con bordature rosse, viene “liberato” per le vie del paese tra urla, fischi e cori.

A condurlo, in quella che diverrà poi una vera corrida, due persone: la prima sotto il telaio e l’altra al fianco, che detta i tempi e la direzione delle evoluzioni. I partecipanti, le quatto o cinque persone citate dall’Allevi ormai sono divenute migliaia, indossano per la gran parte lu guazzarò, tipica veste di tela bianca con bordature rosse.

La caccia continua per l’intero pomeriggio, con abbondanti libagioni nei posti di ristoro predisposti dall’organizzazione o in quelli spontanei degli offidani. L’epilogo all’imbrunire, con la simbolica uccisione del bove finto contro una delle colonne del portico municipale e la successiva sfilata lungo un tragitto prestabilito, con in testa il bove “matato”.

(Alberto Premici)

meteo a Carnevale

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